Si parla ormai da circa cinquant’anni del raddoppio della Cassia da Monterosi fino a Viterbo, ma la realtà è che l’iter amministrativo è fermo presso il Ministero delle infrastrutture e trasporti (Mit). Da qui il nuovo allarme di Ance Viterbo (Associazione nazionale costruttori edili).
Tutto dipende da un problema di carattere burocratico. Infatti, un decreto del presidente del Consiglio dei ministri del febbraio 2018 prevedeva il passaggio del soggetto gestore (cioè l’ente di manutenzione della Cassia nel tratto Roma-Viterbo) dall’Astral regionale all’Anas statale, poi effettuato a gennaio 2019. Però non prevedeva anche il passaggio del soggetto attuatore (cioè l’ente che deve attuare tutte le procedure amministrative necessarie per realizzare l’opera) dalla Regione Lazio all’Anas stessa.
Su questo problema si è svolto un incontro al Mit nei giorni scorsi, che però – Fabio Belli – si è risolto con un nulla di fatto. Fino a quando il ministero non definirà con un decreto specifico il soggetto attuatore, la pratica sarà ferma. Quindi ci auguriamo che chi rappresenta il nostro territorio presso le sedi istituzionali si adoperi al più presto per l’emanazione dell’atto al fine di far ripartire l’iter di questa importante infrastruttura”.
“A febbraio 2018 – conclude Belli – ero già intervenuto sull’argomento, trovando la più ampia approvazione e convergenza da parte degli allora candidati alle elezioni. Ora servono i fatti, perché il raddoppio della Cassia è ormai improcrastinabile. Migliorare i collegamenti con Roma significa offrire a Viterbo e alla Tuscia la possibilità di usufruire di un grande bacino di opportunità e di rilanciare molte economie oggi in sofferenza. Allo stesso modo, Roma e i romani avrebbero l’opportunità di raggiungere in breve tempo il territorio viterbese, ricco di aria salubre, acque termali, patrimoni naturali e storico-artistici”.