Come anticipato a più riprese nei giorni scorsi, Talete chiede un nuovo rincaro delle tariffe idriche. Per oggi alle 11.30 presso la sala del Consiglio provinciale è stata convocata l’assemblea dei sindaci. Fino a ieri sono circolate le ipotesi più disparate sulle reali intenzioni del cda circa questi nuovi ipotetici aumenti. C’è chi parla addirittura del venti per cento, altri si limitano all’uno e mezzo. E’ probabile che il presidente Bossola scelga alla fine una via di mezzo. Fatto sta che sulla carta gli aumenti dovrebbero comunque essere rigettati. Così sostiene almeno a parole la maggior parte dei primi cittadini. Vedremo oggi, sempre che l’assemblea non vada deserta per mancanza di numero legale, cosa accadrà.
Dice no all’aumento il sindaco di Viterbo Giovanni Arena: “Non c’è chiarezza su nulla, neanche sul piano industriale – ha dichiarato nei giorni scorsi al Corriere di Viterbo -. In queste condizioni, e dopo i grossi disagi degli ultimi tempi, non è pensabile far digerire un nuovo aumento delle tariffe ai cittadini”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Acquapendente, Angelo Ghinassi: “Senza un piano industriale e con la metà dei Comuni della Tuscia che sono ancora fuori da Talete, non si può votare l’ennesimo rincaro facendo ricadere sui cittadini le inefficienze di questa azienda”. Identica musica a Montefiascone, dove proprio stamattina il Consiglio comunale dovrebbe votare un ordine del giorno proposto dalla maggioranza che impegna il sindaco Massimo Paolini a non avallare alcun aumento.
L’unico a mostrarsi più possibilista è Alessandro Giulivi di Tarquinia e questa è la vera novità del momento visto che proprio lui nei mesi scorsi era stato tra i più strenui oppositori di possibili nuovi rincari, così come dell’eventuale ingresso dei privati: “La priorità – ha spiegato – è mettere in sicurezza Talete ma prima di parlare di aumenti tariffari vogliamo vedere un piano industriale, vogliamo sapere se i 35 milioni di euro di mutuo promessi da Arera arriveranno, vogliamo garanzie sull’apertura di sportelli sul territorio e vogliamo l’azzeramento del cda con la nomina di un amministratore unico. In ogni caso – ecco la frase sospetta – eventuali aumenti delle bollette devono essere finalizzati non a raddrizzare i conti ma a mettere in campo degli investimenti che consentano di eliminare le perdite d’acqua sulla rete”.
A Civita Castellana invece è il capogruppo della Lega, Valerio Turchetti, a togliere dall’imbarazzo il primo cittadino Franco Caprioli: “C’è un ordine del giorno votato dal Consiglio che impegna il sindaco a votare no ad aumenti tariffari di qualsiasi entità essi siano”.
In tutta questa situazione sarà interessante vedere come si schiererà la Provincia, dove Nocchi, che appartiene al “partito di Talete”, come si sa non ha una maggioranza. La lista “Per i beni comuni” non ammette concessioni: “No all’aumento delle tariffe e non all’ingresso dei privati”. Stessa posizione da parte del Comitato non ce la beviamo, che chiede ai sindaci “di non assumere alcuna decisione in seno all’assemblea” e di sollecitare il presidente dell’Ato a convocare una riunione per discutere un nuovo modello di gestione del servizio idrico.
Come reagiranno Bossola e i suoi referenti? Di fronte a questa situazione – se non gli sarà concesso di aumentare le bollette, né di far entrare i privati – porterà davvero i libri in tribunale come va dicendo da mesi?