Problemi su problemi per Talete, chiamata per legge a prendere in carico anche la patata bollente della depurazione delle acque del lago di Bolsena. Fin qui l’acquisizione delle competenze che fino a poco tempo fa erano del Cobalb è stata rinviata, ma ormai si è arrivati a punto senza ritorno. Due giorni prima di Natale si è svolto sulla questione un incontro in Prefettura, ma la situazione sembra destinata a subire un’accelerazione alla luce di un’indagine aperta dalla Procura proprio sull’inquinamento del lago. Nei giorni scorsi ai sindaci dell’area è stata infatti recapitata una comunicazione del procuratore capo, Paolo Auriemma, in cui si sollecitano interventi risolutori per la salvaguardia del bacino. Da quanto si appreso, non si tratta di avvisi di garanzia, ma tanto è bastato per far drizzare le orecchie ai primi cittadini, che, per tutelarsi, in via preventiva, hanno già contattato uno studio legale.
Il fascicolo è stato aperto nel 2017 ed è nella mani dei pubblici ministeri Stefano D’Arma ed Eliana Dolci. “Non si tratta di avvisi di garanzia nei confronti dei sindaci, ma di un fascicolo che stiamo gestendo – ha spiegato al Corriere di Viterbo il procuratore capo Paolo Auriemma -. La lettera arrivata ai sindaci del lago di Bolsena è una comunicazione in merito a delle irregolarità sul loro territorio di cui gli stessi devono occuparsi. Dal 2017 è aperto un procedimento penale al riguardo”. Insomma, gli sversamenti di liquami nelle acque sono sempre più frequenti e ora si è arrivati al limite dell’emergenza igienico-sanitaria.
In due anni sarebbero stati rilevati dalla Forestale, che indaga su delega della Procura, molti scarichi non autorizzati. Soprattutto, sarebbe stato evidenziato il malfunzionamento di tutto il sistema fognario. “Negli ultimi mesi ci sono stati degli sversamenti di liquami, che inquinano il terreno e le acque”, è scritto, secondo quanto riporta il Corriere di Viterbo, nella lettera della Procura. La quale chiede ai sindaci una relazione per sapere cosa hanno fatto nell’imminenza degli sversamenti. Insomma, i sindaci devono dimostrare alla magistratura se hanno fatto tutto il possibile per tutelare la salute della gente e l’equilibrio dell’ambiente del lago.