
Affollatissimo incontro ieri sera al Gran Caffè Schenardi per gli auguri di Natale di Giuseppe Fioroni e del Centro studi Aldo Moro, che ha festeggiato quest’anno il suo quarto compleanno. Numerosi gli intervenuti da tutta la provincia. Un popolo, quello accorso, potremmo dire molto democristiano.
Al centro degli interventi il tema del bene comune, che deve illuminare come un faro l’azione di chi fa politica: “Credo che tutti noi – parole di Fioroni – presi da tante cose rischiamo di correre tanto e di discutere di questioni estremamente superficiali. E invece dobbiamo impegnarci, ma attenzione: c’è l’impegno di quelli che perseguono il bene comune, avendo la capacità di investire nel futuro pensando alla complessità della nostra società e a una ricaduta per il bene tutti, e c’è l’impegno di quelli che invece ritengono di servirsi dei beni comuni. Questo è il confine che separa il bene dal male e se noi ci concentrassimo nella nostra vita su questa distinzione già sapremmo scegliere, sapremmo individuare i nostri impegni in maniera chiara. Peggio ancora sarebbe fare questa distinzione e subirla”.
Ospite d’eccezione don Aldo Bonaiuto, della Comunità papa Giovanni XIII: “Ci sono tanti Erode anche oggi. Se parliamo del bene comune non possiamo dimenticarci dei piccoli, dei più indifesi, dei più vulnerabili. Parlare di bene comune senza parlare di questi piccoli che sono custoditi e protetti nel grembo è già annunciare il fallimento di questa società. Diceva don Oreste Benzi, oggi in causa di beatificazione, che possiamo concepire il bene comune quando sentiamo il senso profondo dell’appartenenza: è perché l’altro mi appartiene che lo difenderò, che darò la mia vita, l’altro fa parte di me, è allora che difenderò sempre la vita a ogni costo. Dice il Vangelo di Giovanni: ama davvero chi dona con gioia. Ci sono persone che fanno volontariato, ma lo fanno così, in fretta. Bisogna invece capire che il mondo cambia quando si è molto esigenti non verso gli altri, ma verso sé stessi. Allora il bene comune si realizza se ognuno si impegna a compiere gesti di amore gratuito”.
“Il bene comune – ha invece concluso Luisa Ciambella – deve essere professato nella vita, ogni giorno, con i comportamenti, non può essere solo declinato nelle occasioni pubbliche. Il bene comune sono il calore e la devozione verso il prossimo che ognuno di noi mette”.