Otto rinvii a giudizio e due patteggiamenti. E’ il risultato della maxi inchiesta della Procura sui furbetti del cartellino al reparto di medicina trasfusionale dell’ospedale di Belcolle. La decisione del giudice è di due giorni fa.
Ma c’è un’altra indagine di cui non si è saputo più nulla. E’ quella riguardante i presunti favoritismi presso il reparto di medicina protetta in fatto di analisi per amici e amici degli amici. Si parla di 3 mila nominativi passati ai raggi x, 12 mila gli esami finiti nel mirino delle Fiamme Gialle, 315 quelli eseguiti senza pagare, 170 le persone coinvolte, due i medici denunciati. Il tutto per un danno erariale di circa 14 mila euro. Secondo quanto accertato dalla stessa Finanza, medici e infermieri facevano eseguire esami senza pagare e saltando la fila (in barba alle liste di attesa che fanno i comuni mortali), sfruttando il fatto che l’unità operativa aveva un canale preferenziale per le analisi di laboratorio. L’inchiesta è uno stralcio proprio di quella eseguita presso il servizio trasfusionale di Belcolle culminata con gli otto rinvii a giudizio e i due patteggiamenti.
Come detto, di questo secondo filone non si è saputo più nulla. Sarebbe interessante capire dove ha portato tutto il lavoro svolto sul campo dalla Finanza. Come altrettanto interessanti sarebbero le conclusioni a cui è giunta l’indagine interna (se è stata fatta) annunciata a suo tempo dal direttore generale. Perché tutto tace? Perché è stato fatto calare il silenzio su questa storia? E pensare che in tempi in cui c’è gente che per sottoporsi ad esami, se non vuole aspettare di morire, deve pagare di tasca propria, appare davvero intollerabile che alcuni fortunati, o raccomandati, siano riusciti ad approfittarsi del sistema.