“Era tutto scritto e chiaro dall’inizio”. Così bolla il ribaltone a Sutri il consigliere comunale Alessio Vettori (Movimento popolare), uscito dalla maggioranza all’indomani dalle elezioni perché “avevo già capito che non c’erano i presupposti per governare la nostra antichissima città, in quanto le modalità di gestione del nostro Comune non erano condivise dal sindaco”.
Vettori rivela che sarebbe stata fin da subito
“evidente l’intesa poetica e patetica tra Di Mauro e Sgarbi. Intesa che nel
corso della legislatura si è manifestata in maniera eclatante. Ricordiamo la
sua votazione favorevole per alcune variazioni di bilancio, la sua astensione
in merito alla modifica del regolamento comunale e soprattutto in merito
all’inversione del senso di marcia nel centro storico, nonostante la sua
presenza alla manifestazione di piazza e i suoi numerosi comunicati contro la
stessa inversione”. Vettori parla di presunti “sentimenti forti e saldi
avallati da un’opposizione silente anche di fronte ai licenziamenti delle
cinque ragazze (solo uno è stato salvato) che lavoravano presso il Parco
archeologico”. Certo è che oggi “arriva la nomina di vicesindaco e la tanto
bramata delega scritta ai lavori pubblici”.
“Questo scempio – continua Vettori – è stato partorito e benedetto dai tre
assessori fedeli a Sgarbi”. E ancora: “Fratelli d’Italia e il Partito democratico hanno sempre appoggiato
Sgarbi e continuano a sostenerlo anche dopo il ribaltone politico appena andato
in scena, il tutto avallato dal silenzio della Lega. Sempre meglio il silenzio
e la vergogna rispetto alla figuraccia del coordinatore nostrano di Forza
Italia, che oggi è adirato per l’entrata in maggioranza di Di Mauro”. Peccato
che Sgarbi abbia detto che “proprio lui (Petroni) parla di ribaltone e di
accordi violati quando fu lui a suggerirmi di far entrare Lillo Di Mauro nella
maggioranza, revocando l’incarico a Casini, per dare stabilità al governo
cittadino”.
Insomma, tutti contro tutti nel centrodestra sutrino. Come dimostra il fatto che Vettori ne ha anche per Casini, il quale “dal primo giorno di insediamento non è stato mai capace di essere vero leader di una maggioranza e giusto collante tra i consiglieri eletti e l’illustrissimo sindaco. Ha sempre cercato la strada più conveniente, ma non quella più giusta. Fin dall’inizio si è affidato completamente ai tre assessori che oggi salutano gioiosi la sua dipartita”.