L’appuntamento con l’assemblea dei sindaci è fissato per la prossima settimana. E’ lì che il presidente di Talete, Andrea Bossola, ufficializzerà la proposta di aumentare di un altro sette per cento le tariffe idriche. Dopo il rincaro dello scorso anno – giustificato con la necessità di offrire le giuste garanzie ad Arera per ottenere un finanziamento di 35 milioni, che sarebbe dovuto servire per rimettere in piedi il bilancio della società – il gestore idrico vorrebbe insomma dare un’altra batosta ai cittadini della Tuscia. Come se non bastasse, a ciò va aggiunta la richiesta di ricapitalizzazione per 40 milioni di euro che sempre Bossola sostiene di considerare conditio sine qua non per evitare il fallimento o in alternativa l’ingresso dei privati.
Va da sé che la richiesta di aumentare le bollette in queste condizioni non sta in piedi e infatti molti sindaci si apprestano a votare contro. Così sembra di capire dalle prime indiscrezioni. Ma al di là di come andrà a finire, è di tutta evidenza che non possono essere sempre i cittadini a pagare la cattiva amministrazione imputabile a chi politicamente o meno gestisce la società. La gente vuole sapere come si è arrivati a questo punto di non ritorno, come è stato possibile far quintuplicare i debiti in cinque anni, dato che sotto la presidenza Bonori essi sfioravano appena i cinque milioni di euro. Insomma, prima di chiedere aumenti di bollette e ricapitalizzazioni impossibili (sfidiamo a trovare un Comune con la capacità finanziaria di versare capitale fresco nelle casse della società) è opportuno procedere a una vera operazione verità. E’ arrivato il momento di tirare fuori tutte le carte e di capire di chi sono le responsabilità di tutto ciò.