Il mezzo Pd che è rimasto sulla scena della politica viterbese si avvia al congresso in un clima surreale. Celebra il suo mesto funerale rintanato in casa, lontano dallo scintillio del Natale che si avvicina, rancoroso e malato. Il commissario Marco Tolli non se n’è accorto, ma le cose, purtroppo per lui, stanno così. Non si sa se è cieco, se fa fa finta di esserlo o se chi lo circonda gli impedisce di vedere. In ogni caso, ciò che conta è che veste i panni sporchi e laceri di un generale alla guida di un esercito di terracotta.
E’ un congresso, quello che si va a celebrare, dove la base elettorale degli iscritti è praticamente senza controllo, frutto di comitati di adesione messi in piedi senza nessuna pluralità; infischiandosene delle più basilari regole democratiche; per nulla consapevoli di assomigliare a un manipolo di guerrieri senza armi arroccati sull’ultimo avamposto sotto lo sguardo compiaciuto del nemico, che per farli crollare non deve neanche faticare. Tanto fanno tutto da soli.
Se ne sono viste di tutti colori in queste settimane. Ci sono stati commissari del tesseramento inventati e tesseramenti fatti fuori dai circoli totalmente illegittimi. Che pena, ragazzi.
Questo purtroppo è il Pd dimezzato. Un Pd che si avvia a sicura sconfitta alle elezioni provinciali e che si vergogna talmente tanto della fine che lo aspetta da aver fatto scomparire il simbolo dalla lista. E’ un Pd che scappa, che si nasconde mischiandosi a un presunto civismo fatto di false sardine che ormai puzzano dalla testa ai piedi. E’ un Pd che mette insieme tutte le debolezze, le proprie e quelle degli altri, per far finta di perdere di meno. Amen.