Calano i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Giù anche l’apprendistato e i tirocini. Non lasciano spazio a dubbi i dati delineati da Federlazio durante la presentazione del rapporto semestrale sull’andamento dell’economia regionale.
In particolare, a livello regionale, nei primi sei mesi del 2019 i contratti a tempo indeterminato, rispetto al 2018, sono scesi dal 42,9% al 40,5%. In diminuzione anche i contratti di apprendistato: dal 30,6% al 23,8%. Il trend è lo stesso anche per i tirocini, che passano dal 18,4% al 7,1%. L’unica nota positiva arriva dai contratti a tempo determinato, che salgono dal 44,9% al 47,6%.
Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl Lazio è preoccupato: “La fotografia dell’economia laziale riportata da Federlazio è estremamente preoccupante. Il calo dei posti di lavoro a tempo indeterminato ci indica che siamo di fronte ad mercato del lavoro strutturalmente più debole. Soprattutto più esposto a maggiori rischi di incidenti sui posti di lavoro”. Nemmeno l’aumento dei contratti a tempo determinato lascia soddisfatto il sindaco: “E’ un fattore di debolezza – spiega Coppotelli – dell’intero sistema, non solo per il lavoratore che viene legato all’azienda il minor tempo possibile, solo quando serve e con nessun obbligo formativo da parte dell’impresa”.
Un altro dato negativo è quello che sancisce che i lavoratori hanno usufruito di meno formazione pagata attraverso i fondi obbligatori creati ad hoc. Il calo registrato da Federlazio è del 2%. Scende al 31% (era al 43 lo scorso semestre) la percentuale di aziende che svilupperanno iniziative di formazione per i loro dipendenti: “Un capitolo molto delicato perché – conclude Enrico Coppotelli – impatta non solo sulla capacità produttiva del nostro tessuto industriale ma sulla capacità dei lavoratori e delle lavoratrici di stare sul mercato del lavoro e di poter operare in sicurezza”.
In questo contesto, le cose non vanno bene neanche in provincia di Viterbo, dove, come ha sottolineato il direttore Giuseppe Crea, “i segnali di ripresa registrati negli ultimi due anni non sembra riescano a imboccare un vero percorso di crescita”. Tuttavia, non è nerissima: “Il fatturato sui mercati esteri è in aumento, quello interno tiene, così come l’occupazione”, anche se si assiste a “una riduzione della produzione e degli investimenti, oltre al preoccupante ritorno della cassa integrazione. Siamo in una situazione a luci e ombre”.
Poteva andare peggio? “Sicuramente, sì – ha commentato il presidente Giovanni Calisti -. Considerando infatti la Brexit, la crisi in Germania, i dazi messi da Trump e la situazione politica italiana, era legittimo attendersi un quadro anche peggiore”.