Quasi 500 tonnellate di fitofarmaci spruzzati nei campi del Lazio e della Tuscia ogni anno. E’ questo il dato allarmante esposto venerdì sera dal professor Giuseppe Scapigliati dell’Unitus al convegno, voluto dall’amministrazione Paolini, nella sala della rocca dei Papi di Montefiascone. ”Salviamo il lago di Bolsena e tutto il nostro territorio dai pericoli dei fitofarmaci, degli erbicidi e dei pesticidi” il titolo dell’evento. Un fronte, questo, verso il quale l’amministrazione falisca è stata sempre attenta come testimonia l’ordinanza che vieta l’utilizzo del tanto discusso glifosato, erbicida sotto accusa in varie parti del mondo per la sua tossicità nei confronti dell’essere umano, o la battaglia, dove Montefiascone è capofila, contro la costruzione dell’impianto geotermico di Castel Giorgio che secondo alcuni sconvolgerà l’ecosistema lacustre.
Nella sala della Rocca dei Papi il dito è stato puntato contro i diserbanti e i fitofarmaci. ”Sostanze – come ha sottolineato Giuseppe Scapigliati – che sono le peggiori invenzioni della specie umana. Peggio delle armi atomiche, il cui effetto radioattivo svanisce nel tempo. Diserbanti e fitofarmaci invece rimangono. Le tonnellate di queste sostanze, che a milioni produciamo ogni anno, resteranno tutte nell’ambiente. O si decide di abolire i veleni ora o accadrà l’inevitabile”’. ‘La zona del lago di Bolsena – ha proseguito il professore – è un ambiente unico dal punto di vista geologico e ambientale. Va preservato non solo perché bello, ma per la sopravvivenza stessa dei nostri figli. L’acqua del lago viene bevuta e se nell’acqua ci sono veleni….”.
Il maggiore responsabile di questo scempio ambientale è l’agroindustria che negli anni ha utilizzato questi prodotti senza limiti. Per gli esperti bisogna virare verso lo sviluppo agricolo ecosostenibile il prima possibile altrimenti si rischia di andare in contro ad un situazione irreversibile.