Il Natale si avvicina ma il clima natalizio non c’è. A Viterbo anche l’evento più atteso di tutto l’anno riesce a diventare motivo di scontro. Dopo la diatriba per la realizzazione del Natale 2019, vinto dalla Fantaword, l’unica pretendente, oggi arriva l’addio del Natale di porta della Verità. Non ci sarà più il “Villaggio del Grinch”. Ad annunciarlo è stato il presidente Michele Ciorba, che, scoraggiato e amareggiato per alcune minacce ricevute, ha deciso di fare una passo indietro. L’evento era stato ideato sull’onda lunga del successo ottenuto in occasione della realizzazione della notte bianca e da lì, con entusiasmo, si era deciso di continuare a fare qualcosa anche per il natale. Ma l’entusiasmo di alcuni commercianti si è scontrato con la contrarietà di altri. Ne è nata una vera e propria guerra di minacce velate e ripicche fino ad oggi, quando il progetto è naufragato.
Un’amara verità che porta alla luce quanto sia difficile organizzare qualche cosa a Viterbo. Sul punto è intervenuto anche Andrea De Simone, il segretario di Confartigianato: “Sembra che neanche lo spirito solidale del Natale riesca a mettere tutti d’accordo. Troppe le divisioni che persistono in una città che non riesce a trovare una sintesi nell’interesse di tutti, ma che rischia in questo modo però di non riuscire mai ad evolversi, a crescere, a migliorarsi”.
Da una delle principali porte di acceso al centro fino alle vie del quartiere medievale, la storia sembra tristemente ripetersi: “Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie, è inutile negare che quest’anno l’organizzazione delle manifestazioni natalizie sia stata profondamente segnata dalle guerre intestine tra Fondazione Caffeina e Fantaworld – riflette il segretario di Confartigianato -. La prima, che è sempre stata grande risorsa per la città di Viterbo, ha scelto di spostarsi a Sutri riproponendo il format vincente del Christams Village lontano dal capoluogo. La seconda, a cui va il nostro in bocca al lupo per l’organizzazione di Viterbo Christmas, dovrà lottare contro il tempo per realizzare una manifestazione che sia all’altezza delle precedenti e che produca gli stessi risultati nonostante le tante e comprensibili difficoltà. E’, infatti, evidente che dopo essere riusciti a far identificare per anni Viterbo come città del Natale, con i numeri di presenze record e le ricadute positive in termini di crescita economica e culturale sul capoluogo, ora non si potrà proporre al pubblico un cartellone di eventi di standard ridotto. Ne va della crescita del tessuto economico locale, specie in un centro storico come quello di Viterbo che presenta forti elementi di criticità”.
“Eppure sembra che a Viterbo ogni tentativo di creare qualcosa di nuovo e di utile, che aspiri a smuovere dinamiche altrimenti sempre uguali a se stesse, ancorate magari a logiche non più al passo con le sfide della modernità, sia destinato ad andare a sbattere contro veti incrociati e una tendenza a cercare la lite ad ogni costo – aggiunge -. In un periodo storico in cui le risorse pubbliche destinate agli eventi sono sempre più ridotte, non è concepibile in queste situazioni porre freni, specie con metodi poco ortodossi, alla libera iniziativa imprenditoriale. E’ lecito pertanto chiedersi cosa non funzioni in una città dove anche di fronte alla voglia di fare di investitori privati che impiegano risorse e tempo propri per dare un servizio alla collettività, contribuendo alla crescita economica, culturale, sociale e turistica di Viterbo, alla fine ci si ritrova sempre alle prese con tentativi di boicottaggio e nessuna proposta alternativa, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, invece, a minacce come quelle ricevute da Michele Corba”.
“Siamo all’apoteosi del tafazzismo più grottesco – conclude Andrea De Simone -. Sembra come se una parte di questa città preferisca l’immobilismo sterile al movimentismo foriero di positive novità che abbiano ricadute economiche importanti. Certo, tutto è perfettibile, tutto è migliorabile, ogni proposta può essere analizzata e ottimizzata cercando il più possibile di accontentare le parti in causa. Ma continuare a ragionare in questo modo perennemente ‘contro’ è un ostacolo che Viterbo non può più permettersi”.