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Home » Politica » La metamorfosi dei coccodrilli. Dal riso alle lacrime

La metamorfosi dei coccodrilli. Dal riso alle lacrime

15 Settembre 2019

“Facchini che attaccano facchini, giornalisti che insultano giornalisti, villaggi natalizi per bambini che litigano fra di loro. Io penso che se dovemo da tutti una bella calmata #perilbenedeiviterbesi”.

Parole e pensieri, su Facebook, di Gianmaria Santucci, scosso dagli attacchi che gli vengono mossi da un po’ di giorni dal giornalista più bravo di tutti i giornalisti del mondo. Chissà… forse non se l’aspettava.

Non ha torto, Santucci, a dire che a Viterbo si dovrebbero dare tutti una bella calmata. Il fatto è che le sue – come quelle di Filippo Rossi, costretto a lasciare baracca e burattini e a trasferirsi a Sutri – sembrano un po’ lacrime di coccodrillo. Tardive. Arrivate fuori tempo massimo. I buoi sono scappati dalla stalla, questa è la situazione, e se a voler farceli rientrare è chi li ha fatti fuggire… insomma, non è il massimo e c’è poco da stare tranquilli.

Il clima di contrapposizione a Viterbo è sempre esistito (ve li ricordate i guelfi e i ghibellini?), ma negli ultimi tempi ha raggiunto livelli effettivamente insopportabili. Ma chi, politicamente, ha contribuito in maniera determinante a tutto ciò? Sicuramente Santucci, come Rossi, ci ha messo del suo. Inevitabile che nel tritacarne prima o poi ci finisse anche lui.

Al di là delle contestazioni mosse dal giornalista più bravo di tutti i giornalisti del mondo, che quando parla… tranquilli, ha sempre un motivo che non dice; e al di là della sostanza di queste contestazioni, sulle quali spetterà al sindaco prima o poi dire qualcosa, colpiscono i toni usati. Che sono gli stessi però con cui Santucci, in maniera più felpata, e Rossi, in modo più diretto, hanno inaugurato per fare politica negli ultimi dieci anni, servendosi proprio di quella comunicazione (siti Internet e social) di cui oggi in un verso o nell’altro sono vittime e carnefici (non è un caso se tutti e due hanno il pallino del giornalismo). La politica, bisognerebbe saperlo, è una cosa seria. La gente guarda e si comporta di conseguenza.

Il virus si è insomma propagato dal palazzo alla piazza grazie a loro, che hanno vestito con tanta disinvoltura i pani degli untori, e oggi i risultati sono quelli che vediamo. Forse anche a Santucci, come capitato a Rossi, a questo punto converrebbe cambiare città. Chissà. Se fossimo in lui ci penseremmo.

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