Assistenza domiciliare, la Regione smentisce quanto affermato dall’assessore Antonella Sberna, ovvero che l’aumento dei costi non è imputabile al Comune. Il caso era stato sollevato da diversi utenti che proprio a causa di questo amento hanno dovuto rinunciare al servizio. “Ciò è accaduto – la versione della Sberna – per rispondere ad apposita regolamentazione del sovraordinato ente regionale. Pena l’esclusione dal finanziamento”.
Ma dalla Regione la nota di chiarimento parla un’altra lingua, rispedendo al mittente tutte le responsabilità: “La rimodulazione dei costi dell’assistenza domiciliare decisa dal Comune di Viterbo non discende dalla disciplina regionale in materia. Non è stata infatti determinata una tariffa standard per tale tipologia di servizio. Inoltre, il rischio di ‘esclusione dal finanziamento regionale a partire dalla rendicontazione 2020’ citato nell’intervento dell’assessore comunale di Viterbo non si riferisce all’individuazione dei livelli tariffari, bensì (come da nota della Regione Lazio inviata il 3 aprile 2019) alla mancata adozione del regolamento distrettuale dei servizi alla persona e dei relativi registri degli operatori”.
“L’aumento dei costi per gli utenti deliberato dal Comune di Viterbo discende quindi – concludono dalla Regione – da una modifica a livello territoriale dei criteri di ‘compensazione pubblica’ delle quote di compartecipazione degli utenti, decisa – a quanto risulta dalla stessa nota dell’assessore di Viterbo – per rimediare a ‘situazioni al limite del paradossale’, rispetto alla capacità contributiva degli utenti”.