Resta in carcere Antonio Yunior Hiraldo Pantaleon, il 23enne che nella notte tra sabato e domenica aveva tentato di strangolare la fidanzata per poi ferire la sorella con coltello da cucina. Il giudice per le indagini preliminari Rita Cialoni ha deciso di convalidare l’arresto del giovane. L’udienza si è svolta nella mattinata di lunedì, presso l’unità operativa protetta dell’ospedale di Belcolle, dove il giovane è ricoverato a causa di un malore sopraggiunto al momento dell’arresto. Ora emergono nuovi elementi sul giovane. Nelle sette pagine dell’ordinanza di custodia cautelare il gip ha messo in evidenza come il giovane non sarebbe nuovo ad episodi di violenza. Infatti, in più occasioni ”avrebbe preso per il collo la convivente, afferrandola per i capelli e colpendola con dei pugni fino a farla svenire”
Di tutt’altra opinione la difesa di Hiraldo, gli avvocati Samuele De Santis e Rachele Fabbri, puntano il dito sul mix tra la sospensioni dei farmaci e l’alcol assunto quella sera. Infatti, il giovane è affetto da un rara miocardite e deve assumere a periodi alterni un medicinale, solo che nel periodo di sospensione l’alcol è totalmente incompatibile. Sarebbe dunque questo mix ad aver fatto scattare nel giovane sudamericano la follia, fino a perdere la facoltà di intendere e di volere.
Ma l’ordinanza emessa parla chiaro: “Ricorrono le esigenze cautelari, apparendo concreto e del tutto attuale il pericolo di reiterazione di condotte analoghe a quelle per cui si procede- si legge nell’ordinanza- già gravato da un precedente penale per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, non ha mostrato alcuna capacità auto contenitiva dei propri impulsi criminali determinandosi nell’azione delittuosa, per motivi del tutto inconsistenti e sotto l’effetto della volontaria e costante assunzione smodata di alcolici persino dirigendo la sua aggressività contro la sorella in stato di gravidanza. D’altro canto, l’abituale abuso di sostanze alcoliche che ha dato luogo alle condotte criminose, costituisce un sicuro indice di incapacità al contenimento degli impulsi delittuosi”