A Castel Giorgio, alla trattoria “La Baracca”, si è svolto l’incontro pubblico organizzato dal manager della Itw&Lkw, Diego Righini, per illustrare i benefici che, a suo dire, porterebbe l’impianto geotermico alla comunità locale. Il pubblico ha vivacemente contestato tutti i tentativi di dimostrare la sicurezza dell’impianto rispetto al rischio sismico e al rischio inquinamento. Qualcuno ha persino riletto ad alta voce alcuni passaggi delle relazioni scientifiche, redatte da eminenti geologi (Vignaroli, Mancini, Pagano), che evidenziano tali rischi.
Non sono mancate neanche polemiche per i “colpi bassi” di cui è stato accusato lo stesso Righini, laddove ha definito “cretini” coloro che hanno parlato di tali rischi. Di fronte agli sparuti e ammutoliti abitanti di Castel Giorgio (5 o 6) apparentemente favorevoli all’impianto, molti giovani hanno rivendicato con forza la vocazione agricola del territorio, che sarebbe irrimediabilmente compromessa dalla costruzione della centrale. Significativo il momento in cui uno dei geologi consulenti di Righini, Francesconi, è stato incalzato dal pubblico con la domanda: “Se la sente di escludere i rischi di terremoti e di contaminazione delle falde che altri studiosi hanno messo in luce?”. La risposta non c’è stata.
“Righini – commenta Piero Bruni dell’Associazione lago di Bolsena – mente quando afferma che i sindaci non sono contrari al progetto. A quali sindaci si riferisce? Di quale pianeta? Tutti si accorgeranno, Righini incluso, che è vero il contrario. Infatti, l’autorizzazione, attualmente concessa dal Consiglio dei ministri, sarà tra breve massicciamente e collettivamente ostacolata con ricorsi al Tar da parte di numerosi Comuni e associazioni dell’Umbria e del Lazio. Ricorsi e controricorsi continueranno fino a quando il Consiglio di Stato metterà la parola fine a questa incresciosa minaccia ambientale. A tutela del lago potrebbe intervenire anche la Commissione europea”.
Insomma, si profila all’orizzonte una vera e propria guerra legale, dato che, dice sempre Bruni, “tecnicamente la Direzione ambiente della Regione Lazio ha già autorevolmente confermato lo stesso parere dei geologi citati, e cioè che non si può escludere l’inquinamento dell’acquifero di Bolsena da parte dell’impianto in oggetto. Politicamente la popolazione di Castel Giorgio ha già espresso il proprio parere quando ha eletto l’attuale sindaco, fortemente contrario alla geotermia, mettendo da parte il predecessore, sostenitore e promotore dell’iniziativa”.