Sono 525 le imprese edili della Tuscia che tra il 2012 e il 2018 hanno chiuso i battenti, con una perdita totale di 2.124 posti di lavoro. E’ un quadro desolante quello tracciato dalla Federlazio attraverso i risultati dell’Osservatorio sullo stato di salute del settore dell’edilizia nella nostra Regione, che ha coinvolto un campione rappresentativo di 130 imprese attive nel territorio regionale, prendendo in esame l’andamento dello scorso anno e le prospettive del mercato, espresse dalle opinioni degli operatori intervistati. Un Osservatorio quello fatto da Federlazio utile per conoscere meglio le criticità e la forza della categoria, nelle varie tipologie di attività: dall’edilizia pubblica e privata, alle ristrutturazioni immobiliari, agli interventi di recupero urbano, all’edilizia industriale, ricettiva e commerciale. Per un comprato, quello edile, che nella provincia di Viterbo costituisce ancora il 13% dell’universo imprenditoriale e garantisce il 6% dell’occupazione. Un dato preoccupante quello che emerge dallo studio di Federlazio che descrive un mondo imprenditoriale in crisi, ma per cui la politica poco ha fatto. Un settore che deve tornare al più presto al ruolo che gli compete: quello di traino dell’economia provinciale, regionale e del Paese.
“Ancora dati allarmanti per edilizia in un territorio, quello della provincia di Viterbo, dove questo comparto è stato uno dei più importanti in assoluto-afferma Gianni Calisti, Presidente della Federlazio di Viterbo- Anche il 2018 si è rivelato un anno difficile per le piccole e medie imprese del settore. La crisi è sotto gli occhi di tutti e continua a colpire maggiormente le attività relative alle nuove costruzioni, con mancanza di cantieri, chiusura di aziende e crollo del numero di addetti”
In controtendenza, invece, il versante delle ristrutturazioni e valorizzazione del patrimonio immobiliare privato che, in qualche modo ha consentito di contenere le conseguenze della difficile situazione. Questo grazie, soprattutto agli effetti positivi delle politiche di incentivazione fiscale ed al generale trend positivo del mercato delle compravendite immobiliari che nella Tuscia, nel periodo 2012 – 2018, hanno registrato un incremento del + 17,7%. A questo può ricollegarsi il leggero miglioramento della situazione occupazionale che lo scorso anno, in provincia di Viterbo, ha registrato un incremento dell’1, 4%, rispetto al 2017. Un lieve segnale positivo che non cancella la drammatica variazione negativa (-42,4%) che si evidenzia nel confronto con il 2010.
“Proprio grazie alla crescita costante delle attività di riqualificazione del patrimonio immobiliare le opinioni degli imprenditori sembrano improntate ad una maggior fiducia rispetto al passato- dice Calisti-Le aspettative positive sono concentrate, purtroppo, quasi esclusivamente tra le aziende di maggiori dimensioni e più strutturate, mentre non sembrano evidenziarsi ad oggi prospettive di miglioramento per le realtà più piccole”.
“Ma oggi, purtroppo, la partita non si gioca più sulla mera “individuazione” dei nodi da sciogliere -conclude Gianni Calisti- E’ finito il tempo degli annunci , occorrono impegno e concretezza . Per uscire da questa difficile realtà e rilanciare l’edilizia e l’intera filiera delle costruzioni, si deve accelerare lungo la direttrice “stanziamenti – progettazione – affidamento dei lavori.” Oggi alla politica si richiede di avere il coraggio delle grandi sfide, delle scelte forti e la capacità di realizzare: è questo scatto che i cittadini e le nostre imprese si attendono dalla politica, non certo la gestione ordinaria del presente”.