Si è scritto e letto molto in questi giorni sugli agenti inquinanti derivanti dall’agricoltura. Il tema è stato affrontato sia dal Consiglio comunale di giovedì scorso che dalla commissione istituita in Prefettura e riunita ieri mattina. Qualcuno però continua a nascondere la testa sotto la sabbia: parliamo di qualche primo cittadino che non sembra per nulla consapevole dei rischi per la salute rappresentati dall’inquinamento.
In questo quadro va ribadito che la conoscenza e il sapere scientifico sui fitofarmaci, sull’arsenico e sul radon rappresentano il presupposto per una convivenza responsabile e consapevole. Accade così in qualunque comunità. Deve funzionare così anche a Viterbo. La conoscenza e la scienza non sono strumenti per allarmare, come qualcuno vorrebbe far credere, ma mezzi indispensabili per prevenire ed aiutare i cittadini a vivere meglio.
E dunque le carte bollate, minacciate da qualcuno, non mettono paura. Non si può avere paura perché i dati scientifici sono un patrimonio certo e indiscutibile. Le carte bollate alimentano semmai la rissa e lo scontro, ottenendo il risultato contrario di quello sperato.
Chi vuole bene alla nocciolicoltura, come a qualunque produzione agricola, sa che garantire un uso corretto dei fitofarmaci tramite controlli adeguati è l’unico strumento efficace per favorire lo sviluppo. Questo perché purtroppo i furbi esistono e sono tutti quelli che, fregandosene della salute pubblica, abusano dei trattamenti. Peraltro queste persone generano anche una concorrenza sleale.
Sarebbe bello, per questo motivo, che la Regione investisse seriamente nelle nocciole biologiche e che i protocolli d’intesa tra i produttori e la Ferrero tendessero a quantitativi crescenti di prodotto biologico. La Nutella biologica diverrebbe un brand, oltre che un alimento che farebbe ancora più felici i nostri bambini.