Il comitato Non ce la beviamo chiede di partecipare al Tavolo in Prefettura sui fitofarmaci, la cui prima riunione è stata convocata per oggi. “Alcuni elementi scientifici emersi dal Consiglio comunale straordinario aperto sui principali fattori di rischio in provincia di Viterbo – si legge in una nota – ci inducono a alcune riflessioni e a conseguenti richieste. Da anni ci occupiamo del diritto all’accesso di acqua potabile perché conosciamo bene la stretta relazione tra salute e qualità delle fonti . Per questo uno dei principali impegni di Non ce la beviamo è sulla presenza di arsenico e di altri elementi considerati molto dannosi per la salute individuale e collettiva. E’ pertanto evidente quanta preoccupazione abbiano destato i risultati degli studi anticipati da Pietro Paris dell’Ispra, che ovviamente ringraziamo, secondo i quali 18 dei 20 campionamenti di acqua superficiale esaminati presentano pesticidi . Un dato che diventa ancora più preoccupante dopo la puntuale relazione di Umberto Moscato, docente della Università cattolica del Sacro Cuore sul rapporto tra fitofarmaci e salute. L’acqua quale elemento fondamentale nella vita delle persone, e in particolare dei più piccoli, deve avere quelle certezze inderogabili di qualità che rappresentano uno dei fondamentali diritti delle comunità. Quell’acqua che gli italiani vorrebbero pubblica, e che la partitocrazia mercifica, ha necessità, anche nel Viterbese, di essere sorvegliata speciale. Chiediamo pertanto alla Regione che attivi immediatamente un monitoraggio di tutte le fonti destinate a scopo umano anche per la presenza dei pesticidi più utilizzati nelle nostre colture; che si attivino forme di collaborazione con l’Università di Viterbo per mettere a punto, promuovere e diffondere forme di lotta alle parassitosi fondate sui nuovi principi di lotta mirata anche con ‘trappole ferormoni’ che rendano compatibili qualità del prodotto e salute degli operatori e dei cittadini. Chiediamo quindi che le istituzioni si facciano carico della promozione di forme di lotta non inquinanti ai parassiti limitando il forte condizionamento dell’industria chimica. Inoltre, faremo formale richiesta al prefetto per essere invitati permanenti ai tavoli sui pesticidi quali portatori di interesse delle comunità”.