Diventare la regione più “verde” d’Italia. A tanto punta il Lazio e ieri il presidente, Nicola Zingaretti, ha calato sul tavolo le 6 azioni per andare avanti con la rivoluzione green. Una rivoluzione che però non contempla minimamente l’emergenza rifiuti che sta vivendo la capitale in questi giorni. L’iniziativa sembra di per sé lodevole visto che prevede l’eliminazione della plastica dalle mense ospedaliere, con un risparmio di 250 tonnellate di rifiuto, il miglioramento e l’ampliamento delle palette di ricarica per le auto elettriche, l’asfalto “green” e il “mare plastic free”. Infine, non manca un protocollo di intesa con Corepla e Arpa per la raccolta della plastica da effettuare durante le operazioni di pesca. “Puntiamo a pulire il mare – ha affermato il governatore – raccogliendo in un anno almeno 60 tonnellate di plastica”.
Ma il vero problema non è stato affrontato. Parliamo del “mare” di rifiuti che Roma riversa giornalmente nei territori vicini. Sembra quasi impossibile far diventare il Lazio la regione più verde d’Italia senza obbligare Roma a predisporre un piano di gestione dei rifiuti serio e al passo con le altre capitali europee. Come emerge dai dati, a Roma la raccolta differenziata si fa poco e male e non c’è una struttura di impianti adatta a smaltire i rifiuti. Sullo smaltimento la capitale non è autonoma e deve sempre appoggiarsi sulle province confinanti. E’ paradossale pensare ad una regione “verde” se giornalmente le province, come Viterbo, devono gestire sia la propria immondizia che quella della capitale. Un sistema, questo attualmente vigente, che è destinato al collasso nel breve. Insomma, lodevole l’azione “green” della Regione ma sembra il modo perfetto per foderare gli occhi di prosciutto…