Sarà il caldo estivo, fatto sta che il presidente della Provincia, Pietro Nocchi, sembra essere in preda a pericolosi sbandamenti. Ne è dimostrazione il fatto che, dopo il tentativo fallito prima delle elezioni europee, si sarebbe di nuovo messo in movimento per la realizzazione dell’unico laboratorio nazionale che vedrebbe insieme, al governo dell’ente, Partito democratico, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Il “capitano” Nocchi, stando alle voci, si appresterebbe a nominare suo vice l’impavido Alessandro Romoli, capogruppo della destra a Palazzo Gentili. L’operazione dello spericolato presidente, che avverrebbe quando mancano pochi mesi al rinnovo del Consiglio, sarebbe propedeutica, stando sempre alle indiscrezioni, alla presentazione di una lista unica fatta di destra e sinistra insieme quando, in autunno, si andrà a votare. Nocchi si penserebbe furbo e infatti per compiere il blitz sceglierebbe l’estate, sperando che, con l’aiuto delle ferie e nell’indifferenza generale, nessuno si accorga della grave e inaccettabile decisione politica.
Nocchi fa finta però di non sapere che la linea del Partito democratico è totalmente alternativa a quella della destra rappresentata da Fratelli di Italia e di Forza Italia. Viterbo non gode di extraterritorialità. Non si comprende oltretutto come il commissario (e segretario regionale) Bruno Astorre e il segretario nazionale Nicola Zingaretti potrebbero autorizzare, in questa provincia, un’alleanza che svilirebbe e snaturerebbe l’essenza del Pd e del centrosinistra.
E’ chiaro che la decisione, se confermata, è ispirata dalla paura, dalla debolezza e dalla scarsa capacità di mettere in campo una vera piattaforma progettuale e politica per la provincia di Viterbo. Si tratterebbe infatti di una scelta solo finalizzata alla gestione del potere. Una scelta infatti difficile da spiegare anche dal punto di vista della tempistica se, come sembra, in autunno (quando l’inciucio si conclamerebbe) il Paese si potrebbe trovare alla vigilia delle elezioni politiche e magari anche di quelle regionali. Come si giustificherebbe agli elettori che forze alternative a livello nazionale si presentano insieme a Viterbo?
Un errore madornale, insomma, quello che Nocchi si appresterebbe a compiere. Una miopia politica che spianerebbe alla Lega la strada per altre infinite praterie di consenso. E non avrebbe senso giustificarsi col dire, come farà Nocchi, che Palazzo Gentili è al di fuori e al di là della politica: si tratta di una grande stupidaggine. Una sciocchezza. La Provincia è la casa dei Comuni, come il Parlamento lo è dei cittadini e la Regione delle comunità locali. Come s’impone il rispetto del voto degli elettori, così si impone quello per i progetti e i programmi presentati ai cittadini e agli amministratori, posto che chi ha votato centrosinistra o centrodestra alle comunali sarebbe tradito laddove gli eletti in Provincia facessero il contrario di quello che hanno detto per farsi eleggere.
Il presidente Nocchi di centrosinistra è stato eletto in alternativa al candidato della destra, la responsabilità gli impone grande coerenza, una poltrona non può far rinnegare la dignità dell’appartenenza e delle scelte compiute. In questo modo la Provincia non sarebbe la casa dei Comuni ma la casa dell’inciucio. Siamo certi tuttavia che il Pd regionale e nazionale non consentiranno mai questo scempio. La politica non è un mercato dove tutto si vende e tutto si compra. Trasmettere questa idea significherebbe alimentare il populismo e l’anti politica.