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Home » Politica » Di Maio ormai è in un vicolo cieco

Di Maio ormai è in un vicolo cieco

24 Giugno 2019

Il movimento fondato da Beppe Grillo oltre al considerevole calo di consensi sta affrontando un grosso problema nel Parlamento europeo. I grillini rischiano infatti di ritrovarsi fuori dai giochi perché non in grado di formare un gruppo parlamentare.

Tutti i parlamentari eletti in italia, arrivati a Strasburgo, hanno trovato una collocazione tranne quelli del Movimento 5 stelle. Il rischio che corrono è di trovarsi tra i non inscritti e passare 5 anni in una posizione irrilevante. L’iscrizione a un gruppo parlamentare è infatti l’unico modo con cui un partito politico europeo può contare qualcosa, anche se si trova all’opposizione (come appunto il M5S). Il problema investe sia il lato finanziario: senza gruppo non potrebbero attingere ai fondi messi a disposizione dal Parlamento europeo per pagare collaboratori e finanziare un ufficio; sia quello politico visto che non verranno coinvolti nella spartizione degli incarichi come le vice presidenze del Parlamento, né ricoprire le cariche di relatori ombra nelle proposte di legge della maggioranza.

Il tempo stringe per gli uomini di Di Maio, dovranno presentare l’inscrizione entro il 1° luglio, visto che per il 2 è prevista la plenaria per l’elezione del presidente. A quel punto i gruppi dovranno essere definiti, il minimo per creare un gruppo è disporre di 25 parlamentari provenienti da 5 partiti europei. Ad oggi il movimento conta solo 14 eletti, dunque serve un’alleanza.

Nella vecchia legislatura avevano fatto gruppo con l’Ukip (ora Brexit Party) di Nigel Farange, ma lungo il percorso avevano dimostrato di avere poco o forse nulla in comune tranne quando si parlava in modo generico contro l’establishment. Ma il vecchio gruppo l’“Europa delle Libertà e della Democrazia Diretta” (EFDD) così come era stato costruito non potrà ripartire, mancano all’appello alcuni alleati. Farange si è dichiarato disponibile ma non si sa quanto i parlamentari britannici rimarranno nell’assise di Strasburgo con la Brexit in atto. Fra i partiti che facevano parte dell’EFDD, il partito tedesco di destra radicale AfD ha già avviato una collaborazione con il nuovo gruppo di Matteo Salvini e Marine Le Pen. Gli Svedesi Democratici si uniranno agli euroscettici di ECR, mentre gli altri sono rimanti fuori dal Parlamento europeo.

Di Maio prima delle elezioni si era mosso per mezza Europa per ricercare degli alleati, avendo nella mente l’idea di costruire un partito che fosse l’ago della bilancia, ma il risultato ha disatteso le aspettative. Quasi tutti sono stati respinti dal voto del 26 maggio scorso.

Gli alleati francesi di Alliance jaune ed Evolution citoyenne (i gillet gialli) hanno ottenuto insieme poco più dello 0,5% dei voti, con la soglia di sbarramento al 5 non sono passati. I nazionalisti polacchi di Kukiz hanno preso il 3,7%, anch’essi sono rimasti esclusi. Anche gli alleati finlandesi di Liike Nyt non sono stati eletti. I soli ad avere un seggio sono stati i croati anti-establishment di ŽIVI ZID (Scudo Umano), arrivati al 5,6%.

L’altra opzione è di entrare in un gruppo parlamentare già formato. La strada è stata percorsa, ma il risultato sempre lo stesso: si sono visti sbattere la porta in faccia. Il primo tentativo nlla legislatura passata fu fatto con l’Alde ma non andò a buon fine; adesso con il partito nelle mani del presidente Macron sarà ancora più difficile, vista la vicinanza dei 5 stelle ai gillet gialli. I verdi, con cui hanno in comune un sensibilità per alcune tematiche, hanno rifiutato più volte le richieste. Il loro capogruppo Philippe Lamberts ha definito  il movimento poco democratico e troppo legato alla Casaleggio Associati, commentando: “Devo prendermi a bordo 14 europarlamentari la cui posizione è decisa da qualcuno a Milano? No grazie”. I Polari e i Socialisti, gli altri grandi gruppi europei, si sono dichiarati troppo lontani dalle ideologie dei grillini da non voler nemmeno trattare con loro. Rimangono i Sovranisti, il gruppo dell’alleato Salvini, ma uno dei più autorevoli europarlamentari Cinque stelle, Fabio Massimo Castaldo, ha dichiarato che la visione di Europa del partito è quanto mai lontana da quella della Lega.

Insomma un problema da risolvere in tempi rapidissimi, forse il movimento riuscirà a crearlo il gruppo ma di certo saranno per i vertici del movimento giornate roventi. Devono correre altrimenti rischiano l’oblio nella massima istituzione europea.

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