Continua il braccio di ferro dopo le dimissioni del presidente Parlato e della consigliera Pierini. Mentre una parte del Pd, quello che fa riferimento ai vecchi Ds, e Forza Italia continuano a spingere per andare subito alla nomina, prima delle elezioni amministrative, dall’altra parte invece il Carroccio e FdI frenano. Con 27 comuni chiamati al voto nella Tuscia è evidente come in assemblea dei soci possa cambiare l’assetto interno della maggioranza.
A scendere in capo adesso è Umberto Fusco, che, sulla scorta della lettera con la quale il prefetto chiede che la nomina del cda venga rimandata per una questione di buonsenso, non ritenendo opportuno che a decidere siano sindaci a scadenza di mandato, afferma: “Se anche il prefetto ravvisa questa necessità è evidente che uno slittamento non comporterebbe conseguenze di chissà quale natura sulla gestione dell’azienda”. Fusco aggiunge di non volere al comando di Talete un uomo della Lega. Ma semplicemente una persona competente.
Intanto però Fraticelli, l’unico membro sopravvissuto del vecchio cda, ha confermato come data dell’assemblea dei soci il 17 maggio, sostenendo che non si potrebbe aspettare oltre per la necessità di approvare il bilancio della società entro il 30 giugno. Data entro la quale bisognerebbe prima compiere una serie di adempimenti per cui è più opportuno procedere subito con la nomina. E’ evidente tuttavia come ciò serva solo per evitare sorprese alla luce del risultato delle urne. Evidentemente FI ed ex Ds non vogliono mollare le poltrone.
Insomma, quando si parla di Talete, sempre il solito caos. Niente di nuovo. Intanto del piano di salvataggio di 35 milioni di euro non si sa più niente.