
Alla manifestazione indetta dalla Rete degli Studenti Medi sabato scorso a Viterbo c’era anche l’associazione Kyanos.
“Abbiamo scelto di aderire – spiega una nota – perché in questi anni abbiamo conosciuto donne vittime di violenza, ascoltato i loro racconti e raccolto le loro esperienze.
Almeno una volta nella vita, una donna su tre in tutto il mondo ha subito violenza psicologica, fisica o sessuale, e noi con la nostra associazione lottiamo per l’autodeterminazione, l’autonomia e la libertà di ogni donna.
Noi non ne facciamo una questione politica perché sappiamo benissimo, purtroppo, che la violenza di genere si configura come un fenomeno strutturale e trasversale a tutti i paesi, a tutte le classi sociali e a tutte le appartenenze politiche ( sarebbe bello si configurasse come prerogativa di qualche piccolo partito): la violenza sulle donne è tra le violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo.
Kyanos porta avanti campagne di sensibilizzazione e pressione, lottando quotidianamente contro gli stereotipi di genere che stanno alla base della violenza e delle disuguaglianze tra donne e uomini in tutti gli ambiti della vita.
Lottiamo ogni giorno a fianco delle donne, per le donne e con le donne ma lottiamo anche contro loro stesse, contro il loro silenzio, contro la loro paura di denunciare e contro i sensi di colpa che, a volte, a fine giornata, fanno credere loro di essersela cercata,
Chiediamo alle istituzioni risposte efficaci, attraverso servizi adeguati.
Vogliamo cambiare anche i comportamenti di uomini e donne , non soltanto le leggi: sosteniamo le donne e le ragazze nella sfida contro le barriere di ordine socio-culturale .
Vorrei fare un appello a tutti coloro che sono scesi in piazza a Viterbo il 4 maggio: lottiamo insieme per uno stato di agitazione permanente contro la violenza sulle donne, ogni giorno partendo dal basso: educando i nostri figli al rispetto della libertà e della diversità, applicando l’ arte del non giudizio e non facendo passare per normale ciò che normale non è.
La violenza sulle donne non va strumentalizzata e per questo siamo qui, come lo siamo sempre, anche se spesso lo facciamo in silenzio, per dare voce a tutte coloro che non hanno voluto o potuto esserci, a tutte coloro che subiscono una qualsiasi forma di violenza e da chi sia commessa, a noi, poco importa”.