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Home » Politica » Fioroni: “L’antica pregiudiziale antifascista resta la nostra guida”

Fioroni: “L’antica pregiudiziale antifascista resta la nostra guida”

29 Aprile 2019
Giuseppe Fioroni

Pubblichiamo un intervento di Giuseppe Fioroni già comparso suhttp://huffingtonpost.it

di Giuseppe Fioroni

Di fronte alla violenza si prova sempre un sentimento di sdegno. Se questa, per giunta, si configura nei termini di uno stupro, allo sdegno si unisce inevitabilmente la rabbia. Per fortuna la solidarietà verso le vittime – donne giovani o meno giovani che restano segnate a vita dall’aggressione – oggi non patisce il cumulo di reticenze e ambiguità del passato.

Dobbiamo apprezzare, nel caso dello stupro viterbese, la professionalità delle forze di polizia. Sono intervenute con prontezza ed efficienza. Vuol dire che la nostra sicurezza è in buone mani e la tutela di ognuno rimane innanzi tutto una prerogativa dello Stato democratico. Dobbiamo recuperare, malgrado il frastuono indotto dal populismo, quel tanto di fiducia che meritano le istituzioni, nonché gli organi che ne incarnano la funzione.

I due militanti di CasaPound, inchiodati alle loro responsabilità, sono stati prontamente espulsi dall’organizzazione di estrema destra. Di per sé è una buona notizia, se non altro perché fissa un confine invalicabile rispetto a un crimine che continua ad affliggere l’universo femminile. Resta però il fatto che una ideologia intrisa del culto della forza (e quindi della violenza) reca fatalmente con sé il disprezzo per le persone, specie se deboli.

Non basta perciò l’espulsione dei colpevoli dai ranghi di CasaPound. Bisogna che la pubblica opinione sia garantita circa la volontà di rescindere ogni legame con una infausta tradizione di pensiero e di lotta politica. Per questo occorre sempre assumere l’antica pregiudiziale antifascista, radicata nella nostra Costituzione, come monito insopprimibile del vivere collettivo secondo i principi e i valori della giustizia, della tolleranza civile e della libertà.

Se si abbassa la guardia nei confronti di qualunque politica malata, intrinsecamente maschilista e apertamente xenofoba, si corre il rischio di indebolire la società nel suo complesso. La cultura democratica, nelle sue diverse sfumature, deve essere concorde nel respingere questa minaccia. Anche un fatto di cronaca, così triste e umiliante come quello descritto, riveste il valore di una rafforzata sensibilizzazione delle coscienze. È questo l’augurio che deve vincere il pessimismo e la rassegnazione, per restituire alla speranza l’afflato della naturale convivenza umana.

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