Non solo conseguenze negative per l’apparato riproduttivo. Secondo un nuovo studio sul glifosato – l’erbicida definito “possibile cancerogeno” dall’Agenzia mondiale per la ricerca sul cancro, il cui uso è molto diffuso anche in provincia di Viterbo – i rischi per la salute legati al suo impiego sarebbero ancor più allarmanti.
Una ricerca della Washington State University appena pubblicato su Nature, condotto su ratti femmine gestanti ha rilevato impatti trascurabili del glifosato sulla generazione direttamente esposta, ma aumenti drammatici nelle patologie nella prole delle generazioni successive. Le patologie transgenerazionali osservate includono le patologie prostatiche, obesità, patologie ai reni, alle ovaie e durante il parto.
“Noi proponiamo che il glifosato possa indurre l’ereditarietà transgenerazionale delle epimutazioni della malattia e della linea germinale (ad esempio degli spermatozoi). Le osservazioni suggeriscono che la tossicologia generazionale del glifosato deve essere considerata nell’eziologia della malattia delle generazioni future” scrivono i ricercatori.