“Bloccate l’espansione della monocoltura delle nocciole nel territorio di Nepi”. E’ l’appello dell’associazione Isde-Medici per l’ambiente in vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno da qui a breve nella cittadina delle Forre. Ma nella lista delle raccomandazioni ambientali si parla anche dei rischi della cementificazione, di arsenico nell’acqua, emissioni di gas radon e energie rinnovabili.
Isde –Associazione medici per l’ambiente si rivolge ai candidati a sindaco con alcune indicazioni relative alle “principali e più necessarie scelte per tutelare l’ambiente e quindi il diritto alla salute anche dei cittadini residenti in Nepi, in considerazione delle note problematiche ambientali e sanitarie presenti nel territorio comunale”.
La prima riguarda il “contenimento e divieto di espansione, anche con specifiche e nuove ordinanze sindacali e atti di indirizzo programmatico, delle aree agricole dedicate a monocoltura delle nocciole: per il loro impatto negativo sulla biodiversiàtà; per l’inaridimento del suolo che producono; per il grande quantitativo di acqua di cui necessitano; per l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica: pesticidi e fertilizzanti che hanno un impatto negativo sull’ambiente e la salute (in particolare i pesticidi hanno azione cancerogena, mutagena e di interferenza endocrina e l’esposizione correla anche e in particolare con neoplasie del sangue e del sistema nervoso centrale, disturbi neurodegenerativi, della sfera neurocognitiva e del neurosviluppo per esposizioni nel periodo gestazionale); per l’imponente alterazione del paesaggio che stanno determinando”.
Isde-Medici per l’ambiente chiede anche “nuove e più restrittive ordinanze sindacali per la totale eliminazione dell’utilizzo dei pesticidi in tutto il territorio comunale, compresi gli erbicidi per le aiuole, i giardini e altre aree verdi di pertinenza comunale; interventi per favorire le produzioni agricole biologiche, locali e di qualità e la riconversione al biologico delle colture convenzionali già esistenti.
Per quanto riguarda l’acqua, secondo l’associazione di medici, serve un “costante approvvigionamento di acqua potabile ovvero con valori almeno entro i limiti attuali di legge per arsenico, fluoro e altre eventuali sostanze tossiche e/cancerogene cercando di ridurre fino allo zero i loro quantitativi, attraverso il potenziamento e il corretto e costante funzionamento degli impianti di potabilizzazione comunale; il controllo e l’ampliamento delle fasce di rispetto intorno ai punti di captazione dell’acqua; maggiore e più diffusa informazione alla popolazione circa la qualità e potabilità dell’acqua erogata nel territorio comunale”.
Sul fronte edilizia si richiede, invece, il “blocco di progetti per la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali e strutture commerciali -ipermercati – che comportino ulteriore cementificazione, questa infatti è una tra le più importanti cause di trasformazione e perdita di suolo, contribuisce ai cambiamenti climatici, stravolge il territorio e il paesaggio in maniera irreversibile, e con l’impermeabilizzazione del terreno contribuisce anche all’inquinamento delle acque di falda.
·Un capitolo a parte riguarda il rilevamento dei livelli del gas radon – “cancerogeno certo di classe 1 secondo la classificazione dell’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro, la cui esposizione cronica correla con il cancro del polmone”- negli edifici pubblici a cominciare dalle scuole e nelle abitazioni private. Quindi “l’avvio di un iter per l’accesso a fondi regionali per i lavori di bonifica/dispersione del gas radon sia negli edifici pubblici che privati”.
Alla voce energie rinnovabili la principale istanza riguarda il “rilascio di permessi e pareri favorevoli solo ad attività di produzione energetica da fonti veramente rinnovabili (solare, solare termico, minieolico), favorendo anche l’installazioni di pannelli solari sugli edifici industriali dismessi, le abitazioni fuori del centro storico e vietando la loro ulteriore installazione su terreni agricoli”. E, infine, “controlli costanti sulle emissioni di centrali a biogas e biomasse (per i noti effetti di inquinamento dell’aria e quindi sulla salute), se presenti sul territorio comunale, con atti amministrativi tesi alla loro riconversione e/o chiusura”.