Il 5 marzo, alle 18, l’Usb presenta a Capranica presso il circolo Arci (via della Viccinella 4) il libro “Commercio totale”, un’inchiesta lunga due anni sulla mancanza di sicurezza nei posti di lavoro, in particolare nel commercio.
I protagonisti sono i lavoratori che, con le loro testimonianze, raccolte con un questionario anonimo, hanno denunciato le mancanze in fatto di sicurezza e diritti che sono costretti a vivere ogni giorno.
“E’ emerso in modo determinante l’assenza della figura dei ‘Rappresentanti per la sicurezza’, il 70% dei lavoratori non lo ha mai visto nel proprio negozio e non ne conosce le funzioni – denuncia Luca Paolocci, rappresentante dell’Usb Viterbo -. L’Rls vigila sul rispetto degli obblighi di sicurezza e della tutela della salute dei lavoratori nello svolgimento delle loro mansioni. L’Rls dialoga con il datore e, in caso di omissioni di quest’ultimo, con gli organi ispettivi. L’Rls può fermare il lavoro se è a rischio la vita dei lavoratori.”
Le testimonianze mettono in luce come turni parcellizzati, contratti precari e frenesia nello svolgimento delle mansioni pesino sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.
Per i lavoratori del commercio, una delle zone più esposte è il magazzino. “Qui operano simultaneamente più persone con contratti, mansioni e datori diversi – continua Paolocci -. I lavoratori in appalto, per esempio, non conoscono a fondo il luogo di lavoro e i suoi possibili rischi. Nello scarico e nella sistemazione delle merce sono costretti a rispettare tabelle di marcia inumane, tempi di lavoro talmente frenetici che impediscono di porre la dovuta attenzione. Gli stessi problemi si ripercuotono all’interno del centro commerciale; la mancanza di dispositivi di protezione, della corretta turnazione delle mansioni e la stanchezza espongono i lavoratori ad infortuni, spesso con esito grave, e a malattie professionali.”
Dalla crisi ad oggi, nella Tuscia sono raddoppiati i part time involontari, cioè imposti. Una scelta voluta dai datori, dice sempre il sindacato, per mantenere più basso il costo del lavoro e fare maggiore ricorso alla flessibilità. “L’ultima frontiera dello schiavismo nel settore sono i lavoratori interinali, i promoter e i merchandising, assunti tramite cooperative, che gestiscono il rifornimento notturno”. “La maggior parte dei negozi – continuano dall’Usb – stipulano tramite agenzie contratti interinali dai tre ai cinque giorni, mentre i lavoratori operano per mesi. Scaricano i camion, spacchettano i colli e sistemano gli scaffali senza pause e senza misure di sicurezza. Lavorano per turni di nove ore con una paga media di 50 euro.”
Il testo è correlato da una parte normativa, fondamentale perché tutti i lavoratori sappiano quali sono i propri diritti in materia di salute e sicurezza. Il testo si conclude con delle lettere, da staccare e compilare, per segnalare omissioni da parte del datore.