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Home » Società » All’Unitus si parla di nuova agricoltura sostenibile

All’Unitus si parla di nuova agricoltura sostenibile

6 Marzo 2019

Lo scorso anno  il dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’Università della Tuscia (Dafne), dopo il riconoscimento del Miur come dipartimento di eccellenza, ha ottenuto un importante finanziamento per attuare il progetto “Sostenibilità dei sistemi agrari e forestali in ambiente Mediterraneo in un contesto di cambiamento globale” (Safe-Med). Questo è composto da 7 diverse aree tematiche (Work package, WP). Specificatamente il WP5 si propone, tra l’altro, di usare le tecniche di genome editing di nuova generazione per un’agricoltura sempre più sostenibile.

Se ne parlerà il 7 marzo alle 9 nell’Aula “Scarascia Mugnozza” presso il complesso di Santa Maria in Gradi dove è stata organizzata una giornata dedicata proprio al genome editing. Ci saranno workshop, verranno affrontati approcci e strategie innovative per il miglioramento genetico. Saranno presenti esperti nel campo del genome editing di fama mondiale. 

“La Fao – si legge in una nota dell’Università – prevede che la produzione agricola dovrà aumentare del 70% entro il 2050 per soddisfare le esigenze della popolazione mondiale che supererà i 9 miliardi di persone. A questo si aggiunga che i cambiamenti climatici e la sempre minore disponibilità delle risorse idriche riducono la quantità delle terre coltivabili, mettendo ancor di più sotto pressione la produzione agricola. In queste condizioni l’aumento delle rese degli attuali raccolti sembra essere la strada da intraprendere per andare incontro ad una sempre crescente domanda. Dunque la sfida è ottenere, velocemente, una maggior diversità funzionale nei tratti genetici di interesse agronomico. Fin dalla nascita dell’agricoltura, l’uomo ha modificato il fenotipo  l’insieme delle caratteristiche morfologiche e funzionali di un organismo, quali risultano dall’espressione del suo genotipo e dalle influenze ambientali) delle piante selezionando le caratteristiche più utili al proprio fabbisogno alimentare. La variabilità genetica tra le specie selvatiche era garantita dalle mutazioni spontanee. L’agricoltura ha dunque sempre originato le piante alimentari che sono diventate notevolmente diverse da quelle selvatiche originarie. Grazie alla conoscenza più specifica del patrimonio genetico delle piante e alla disponibilità di nuove biotecnologie sempre più raffinate, oggi si possono ottenere, velocemente, varietà di piante alimentari di alta qualità, ma anche sostenibili per l’ambiente e la società globale in cui viviamo. Infatti, le nuove tecniche di genome editing al momento stanno rivoluzionando la biologia in tutti i suoi rami”.

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