“La Regione è troppo impegnata in un braccio di ferro fuori o dentro Talete, invece di preoccuparsi della qualità dell’acqua potabile dei cittadini della provincia di Viterbo”. Lo afferma la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Silvia Blasi dopo la bacchettata arrivata all’Italia dalla Commissione europea per l’arsenico a Viterbo.
La Blasi ha inviato immediatamente “una richiesta di audizione al’sssessore all’Ambiente Enrica Onorati ed all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato affinché vengano in commissione ad informare dettagliatamente sulla procedura d’infrazione della UE e sulle azioni che intendono intraprendere per scongiurarla”.
”Il programma di interventi finora messo in campo dalla Regione Lazio – continua l’esponente grillina – si dimostra inefficace nonostante gli imponenti investimenti effettuati negli impianti di dearsenificazione, circa 60 milioni di euro per la loro realizzazione e circa 17 milioni di euro per la loro manutenzione. Tra l’altro è noto come questi impianti abbiano tempi di vita mediamente brevi ed è quindi necessario che la regione inizi ad elaborare una soluzione alternativa, come più volte ho sollecitato alla Giunta nell’ambito della discussione sul Piano di tutela delle Acque regionali”.
E conclude: ”Le criticità legate alla qualità dell’acqua potabile in provincia di Viterbo sono in parte legate all’origine vulcanica, per quanto riguarda la concentrazione di arsenico e fluoruri, ed in parte all’eccessivo uso di fitofarmaci per quanto attiene alle fonti idropotabili legate al Lago di Vico. La Regione Lazio ha specifiche responsabilità tra cui gli adempimenti relativi all’inosservanza dei valori di parametro e l’adozione di piani d’intervento”