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Home » Cultura » Corchiano come appariva ai pittori dell’Ottocento

Corchiano come appariva ai pittori dell’Ottocento

24 Dicembre 2018

Si è aperta ufficialmente il 22 dicembre, nella Sala Pinacoteca di Palazzo San Valentino gremita di pubblico, la 49esima edizione di “Natale a Corchiano tra arte, cultura e tradizione”. 

La storica manifestazione, che fa da cornice al bellissimo ed unico presepe vivente di Corchiano, quest’anno è iniziata in modo speciale, con un evento culturale molto significativo dal titolo “Vedute di Corchiano… tra storia e memoria”.

L’avvocato Maria Cristina Sciardiglia, attraverso approfonditi studi, è riuscita a ripercorrere un viaggio artistico a ritroso nel tempo e a riproporre le bellezze dell’antico borgo da una prospettiva diversa e unica, quella di artisti famosi che nei primi decenni dell’800, hanno scelto Corchiano come meta ricercata e preferita del loro fantastico viaggio artistico chiamato Gran Tour. 

Artisti di tutta Europa, che hanno saputo cogliere ed apprezzare le bellezze di Corchiano fissando nel tempo paesaggi, scorci e particolari storici, in opere ancora oggi esposte nei più famosi musei europei, quali il Museo di Louvre e il Musèe Granet di Ville d’Aix-en-Provence in Francia, il museo di Ville de Neuchâtel in Svizzera e i musei di Heidelberg, Frankfurt, Karlsruhe in Germania. 

Parliamo delle opere di artisti quali Francois Marius Granet (Francia), Maximillien de Meuron (Svizzera) e Ernst Fries (Germania), artisti che da Roma si sono spostati nell’agro-falisco alla ricerca di bellezze nascoste originali e poco conosciute. 

Questo splendido lavoro di ricerca ci restituisce paesaggi, scorci ed elementi architettonici inediti di grandissimo valore, bellezze ormai perdute quali la “La Rocca Farnese” o la “Chiesa di San Valentino” che il tempo e l’incuria degli uomini hanno cancellato per sempre. 

“Ed è proprio in questa intuizione – spiega in una nota l’assessore alla Cultura Pietro Piergentili –  il valore profondo di questo fantastico lavoro: ‘colmare ciò che non c’è più, per preservare ciò che c’è ancora’.  Riscoprire queste bellezze ormai perdute che hanno fatto innamorare artisti, storici e ricercatori di tutto il mondo, per prendere sempre più consapevolezza di quanto ormai abbiamo perso per sempre e creare le giuste condizioni per tutelare e proteggere tutto ciò che ancora abbiamo e che non è sicuramente poco”.

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