Si può morire a trent’anni per un male incurabile? No. Eppure, purtroppo succede e il dolore è immenso per tutti, sia per chi la persona che non ci sarà più la conosceva, sia per chi non l’aveva mai visti. E il dolore è ancora più immenso quando un fatto del genere colpisce una piccola comunità. Come quella di Vignanello, dove una malattia tanto brutta quanto assurda si è portata via in solo tre mesi Chiara Stefani, una ragazza che da qualche anno aveva lasciato il paese per trasferirsi a Conegliano, in provincia di Treviso, dove aveva trovato lavoro come tecnico di laboratorio alle dipendenze della Asl del posto.
In questa città tanto lontana da casa si era subito trovata bene e infatti aveva deciso di rimanere a vivere lì anche in questi tre mesi di calvario.
“Il suo volto sorridente – scrive Oggi Treviso – lo conoscono tutti, pazienti, familiari e operatori del distretto Pieve di Soligo dell’Ulss 2. Riprodotto in centinaia di poster accoglie, da qualche anno, chiunque varchi la soglia degli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto e delle sedi distrettuali. Da ieri il sorriso di Chiara Stefani, tecnico di laboratorio del Centro trasfusionale di Conegliano, 30 anni compiuti il 1° settembre, sarà possibile vederlo, purtroppo, solo sui poster: è deceduta martedì sera a Conegliano, città nella quale viveva da alcuni anni. Testimonial della campagna di umanizzazione del distretto Pieve di Soligo, ‘Persone che si prendono cura di persone’, Chiara si era sentita male al lavoro, a metà settembre. La diagnosi di tumore era stata pressoché immediata. Si era sottoposta alle terapie con la determinazione e l’ottimismo con cui affrontava la vita e il lavoro. Chiara Stefani aveva iniziato a lavorare per il Centro trasfusionale dell’Ulss 2 nel febbraio 2013, inserendosi pienamente nell’ambiente e nella città di Conegliano, che non aveva voluto lasciare, per tornare alla sua natia Vignanello, nemmeno durante la malattia. Nell’ambito del Centro trasfusionale si è occupata di tematiche legali della medicina trasfusionale, di automazione di laboratorio e di sistemi di qualità in sanità. Oltre a dare un contributo alla crescita del Servizio aveva proseguito il suo percorso professionale, conseguendo la laurea magistrale in scienze delle professioni sanitarie. ‘Era una persona solare, positiva, sempre disponibile con tutti’, la ricordano i colleghi, disperati per l’accaduto. ‘La scomparsa di Chiara ha provocato un profondo dolore nell’Ulss 2 – commenta il direttore Francesco Benazzi -. Siamo vicini ai genitori, che hanno perso prematuramente una splendida figlia, e al compagno. La nostra Azienda perde una collaboratrice valida sia dal punto di vista professionale che umano’. L’ultimo saluto a Chiara sarà dato venerdì 7 dicembre, alle 16, in duomo a Conegliano”.