Curioso il movimento che fa Enrico Panunzi. Sembra una trottola impazzita. Anzi, un trottolone. Sebbene sia stato sospeso dal Pd per sei mesi, si agita come un pazzo. Si comporta come se fosse un dirigente di partito a tutti gli effetti, nel pieno dei suoi poteri. E invece no. Il “nostro” consigliere regionale in questo preciso momento, vale la pena ricordarlo, per il Pd non è proprio nessuno. Sta lì, nel Purgatorio, in attesa di rientrare. Punto. Ma lui fa finta di nulla. Parla, rilascia interviste agli organi di stampa compiacenti e compiaciuti, straparla oseremmo dire, tesse la tela, studia le strategie, cuce e scuce. Lava, stira e passa pure la cera.
Al di là delle battute, non sembra che l’ex sindaco di Canepina abbia chiari i meccanismi di funzionamento di un partito che si chiama democratico e che sono per l’appunto quelli tipici di un qualsiasi consesso ove regni la democrazia.
Tutto ciò, e questo è il colmo, avviene con la complicità del suo dominus, il presidente della Regione Zingaretti, e del candidato alla segreteria regionale Bruno Astorre. Loro che sono sempre pronti ad invocare il rispetto delle regole, evidentemente parlano per gli altri e mai per se stessi. Le regole insomma, a quanto pare di capire, valgono per i comuni mortali, per tutti quelli che nel Pd non fanno parte della “ditta”, unica entità, questa, a cui tutto è concesso. Gli altri, al contrario, per loro non esistono.