C’era anche Giuseppe Fioroni, ieri e venerdì, a Salsomaggiore dove si è svolta una sorta di mini Leopolda organizzata da Matteo Renzi con 100 esponenti dem, tra parlamentari e amministratori a lui vicini.
Fioroni, nel sottolineare che, contrariamente alle voci che vengono messe in giro, non ha nessuna intenzione di lasciare il Partito democratico, si è soffermato sulla candidatura di Zingaretti alla segreteria nazionale, giudicandola inadeguata. Non è un mistero che i renziani vogliano puntare su Marco Minniti.
“Non ho intenzione di andarmene dal Pd, il partito che ho contribuito a fondare nel Comitato dei 40. Mi danno sempre con la valigia in mano – ha dichiarato Fioroni all’Ansa – ma ne ho visti decine andarsene in questi anni…”. “Mi auguro che si candidi Minniti alla segreteria. Il tempo che viviamo non ci piace – ha aggiunto citando Aldo Moro -. La responsabilità ci impone di non andare altrove, ma di affrontarlo”.
Fioroni ha dunque ribadito così le critiche a Zingaretti: “Se la possibilità di vincere è legata al modello Lazio e al metodo Pirozzi, al sostegno cioè di due dell’estrema destra, e non ci indigniamo nemmeno se qualche amico di Zingaretti candidato alla segreteria Pd nel Lazio dice di tornare tra la gente come Casapound, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Poi i magistrati alla spending rewiew mi ricorda quando ‘la ditta’ voleva inseguire la Lega per prendere voti e perdemmo nel 2001”.
“Franceschini e Gentiloni sostengono Zingaretti? Gli voglio un gran bene sul piano umano – risponde Fioroni sempre all’Ansa – ma non sono mai salito sul carro del vincitore per poi scendere quando non vince più. Abbiamo il dovere di far esistere un partito – ha concluso -. Renzi ha deciso giustamente di non candidarsi, speriamo si candidi Minniti”.

