Abbiamo appreso dal direttore amministrativo della Asl, Maria Luisa Velardi, che esiste una commissione ispettiva preposta al controllo (a campione e su sorteggio) dei dipendenti della sanità pubblica al fine di prevenire la brutta piaga dell’assenteismo, di medici e operatori sanitari cioè che, dopo aver “timbrato” il cartellino, si dedicano ai fatti loro, non curandosi dei pazienti che dovrebbero assistere. A giudicare dalle recenti indagini giudiziarie che hanno portato alla scoperta di numerosi furbetti – gli ultimi presso il servizio psichiatrico – questo fantomatico organismo non sembra però aver destato paura in nessuno, se è vero che poi tutti hanno continuato a comportarsi come se nulla fosse. E se è vero che la Asl viterbese, alla luce di ciò, si è ormai conquistata la maglia rosa dell’assenteismo a livello nazionale.
In effetti, quali sono le attività svolte da questa commissione? Quante visite a sorpresa ha compiuto e compie ad esempio in una settimana? Finora, chi ha controllato e in quali reparti o servizi è entrata in azione? La Velardi, che sull’argomento ha rilasciato delle dichiarazioni senza contraddittorio al suo sito di informazione preferito (preferito perché dà sempre ragione alla Asl), non lo dice. Non fornisce alcun numero e alcun report. Insomma, ci dà notizia della sua esistenza, ma, chissà perché, tace sulla reale attività svolta.
Come anticipato ieri, non viene peraltro spiegato come sia possibile che tra gli indagati per assenteismo figurino dirigenti medici responsabili di servizi (cioè primari) a cui vengono corrisposti ogni anno premi di produzione per il raggiungimento degli obiettivi. Non è un controsenso che chi è stato giudicato dagli organi interni della Asl meritevole di premi-obiettivo sia poi risultato assenteista? Come vengono calcolati questi obiettivi? E soprattutto, c’è stato veramente un controllo adeguato, capace cioè di mettere in correlazione il raggiungimento degli obiettivi con la qualità del servizio?
E’ questo il punto centrale di tutti i ragionamenti, altro che commissioni ispettive. La verità è che, al di là del fumoso organismo di cui parla la Velardi, la Asl avrebbe potuto già con gli altri strumenti di cui dispone verificare l’effettiva produttività dei propri dipendenti. Ma evidentemente non è stato fatto. E i risultati si sono visti.