Nonostante il governo sembra essersi deciso a sbloccare i fondi delle periferie, compresi i 17 milioni che spettano a Viterbo secondo gli accordi presi con l’ex premier Gentiloni, la polemica con l’Anci per i modi con cui l’esecutivo gialloverde ha gestito la vicenda non si placa. E adesso si apre un nuovo fronte, quello contro la pace fiscale, i cui costi potrebbero finire a carico delle casse delle amministrazioni comunali.
“Abbiamo dovuto rompere le relazioni con il Governo, sospendere la nostra partecipazione alla conferenza unificata per ottenere quanto ci spettava – ha detto il presidente dell’Anci Antonio Decaro-. E non l’abbiamo certo fatto a cuor leggero perché conosciamo il valore e la responsabilità di quella fascia tricolore che indossiamo. Una fascia che non ci dà i superpoteri, come noi ben sappiamo, ma che ci investe di grandi responsabilità. Quando si parla di periferie, di progetti, di finanziamenti, di emendamenti non possiamo mai dimenticare che parliamo della vita delle persone”.
Poi l’affondo sulla legge di bilancio: “Non vorrei che la pace fiscale si trasformasse in una dichiarazione di guerra contro i sindaci”, dice tra gli applausi di molti dei circa mille colleghi che lo ascoltano in platea. “Stralciare tutti i carichi a ruolo degli anni 2000-2010 fino a mille euro significa intervenire sui carichi comunali che potrebbero ridursi di ben quattro miliardi – spiega -. O, se vogliamo dirlo in modo più semplice, significa fare la pace fiscale con i soldi dei Comuni”. La legge di Bilancio, afferma, deve tener “conto delle richieste che abbiamo formulato ormai da mesi. Non possiamo rimanere inascoltati. E soprattutto non possiamo essere ignorati nella preparazione dei provvedimenti che riguardano i poterli locali”.