Tre sorgenti della nostra provincia inquinate, secondo l’Arpa, che ha rilevato nelle loro acque la presenza di trialometani, sostanze chimiche dannose per la salute dell’uomo, addirittura sospettate di provocare alcune forme di cancro. Si tratta per la precisione della sorgente del Roncone a Viterbo, di quella di Varano a Nepi ed infine del pozzo del Barco a Fabrica di Roma.
Particolarmente critica la situazione del Roncone, dove sono stati misurati valori oltre la norma di tre trialometani: il triclorometano (cloroformio), il dibromoclorometano e il bromodiclorometano. Tre le sostanze inquinanti riscontrate anche a Nepi, mentre il pozzo di Fabrica di Roma sarebbe non in linea per una sola sostanza.
Per quanto riguarda il Roncone non può sfuggire una circostanza: ovvero che la zona in cui si trova la sorgente (soprattutto d’estate utilizzata da molti viterbesi) è situata nei pressi dell’ospedale di Belcolle. Ora, è vero che il cloroformio da molto tempo non viene più utilizzato come anestetico, proprio a causa dei suoi effetti nocivi sulla salute umana, ma è anche vero che continua a trovare impiego nei laboratori di analisi. Soprattutto, il cloroformio deuterato, in cui l’atomo di idrogeno è rimpiazzato da un atomo di deuterio, è uno dei più comuni solventi usati nella spettroscopia di risonanza magnetica nucleare. E’ inoltre anche contenuto, come sotto prodotto, in alcuni disinfettanti.
E’ dunque lecito chiedersi se esistono o meno relazioni tra l’ospedale di Belcolle e la presenza di questa sostanza nelle acque del Roncone. E soprattutto, visto che le analisi dell’Arpa risalgono al 2017, se nel frattempo la Asl ha verificato la sussistenza o meno di eventuali falle nei sistemi di smaltimento di Belcolle. Sarebbe grave se, nonostante l’allarme lanciato dall’Arpa, non siano stati predisposti controlli ulteriori e magari non siano state prese le dovute contromisure.