Pubblichiamo un editoriale di Roberto Di Giovan Paolo, direttore di africanspeoplenews.it
di Roberto Di Giovan Paolo
Bisogna scrivere d’Africa. Di nuovo. Di più. Tenendo a bada il “mal d’Africa”, quell’eterna necessità di ritorno non solo al viaggio incantato dei nostri sogni ma anche alla culla delle civiltà, antropologicamente ed archeologicamente situata ( qualcuno se ne faccia una ragione!), perché l’Africa di oggi è ad una svolta epocale e noi stavolta non la viviamo da spettatori ma da co-protagonisti.
Ma è anche il Continente dove la crescita economica soffia talvolta a cifre doppie rispetto all’Europa, il posto dove i contrasti geopolitici anticipano e non replicano solamente quelli diffusi per il mondo intero.
E’ il luogo dove le migrazioni mondiali cominciano ed hanno solo un ruscello che scorre fino all’Europa e tuttavia mettono così inspiegabile timore mentre già da tempo ed “internamente” tutto il Continente ribolle e si muove attratto non solo da una vita migliore ma anche da condizioni culturali e spirituali diverse ed intense.
Tutte queste cose le sapete già. Perché APNews è presente da anni sulla base dell’entusiasmo iniziale e persistente di Emanuela Scarponi.
A questo io- da questa settimana direttore responsabile- aggiungo solo un po’ del mio mestiere, il giornalismo, e la passione che ha animato il mio impegno sin da ragazzo per la libertà e la cooperazione tra i popoli. E’ tempo di riaprire gli occhi anche nel nostro Paese sulle meraviglie e sulle novità di un mondo, cosa che non potrà che fare del bene al nostro piccolo e antico Paese, non solo economicamente ma soprattutto culturalmente e direi anche spiritualmente vista la condizione politica, sociale e civile che attraversiamo.
Per fare questo vi offriamo molto più di news aggiornate su quello che accade in Africa oppure compendiose riflessioni ( che pure cercheremo e vi saranno), bensì vi offriamo metaforicamente ma anche praticamente, le nostre pagine bianche, per scrivere, commentare, riflettere, a cominciare dai protagonisti stessi di questo che speriamo sia non solo il Rinascimento Africano ma anche il Rinascimento di una comune umanità.