I frequenti casi di assenteismo che stanno coinvolgendo i dipendenti della sanità viterbese non possono non far sorgere interrogativi sulla gestione del personale della Asl, ossia, al di là dell’intervento della magistratura, delle forme di controllo che l’azienda adotta per garantire il buon funzionamento dei servizi. E’ di tutta evidenza che le inchieste giudiziarie siano partite da segnalazioni di utenti che hanno riscontrato anomalie nei tempi di attesa o nella qualità e nell’erogazione delle prestazioni. Come è potuto accadere perciò che i vertici della Asl non se ne fossero mai accorti? Come è possibile che quelle proteste, prima di arrivare alle forze dell’ordine, non siano state ascoltate da nessuno all’interno della cittadella della salute? Sono state forse sottovalutate?
Qui non siamo più di fronte a un caso isolato, ma ad una serie di eventi che gettano inevitabilmente una luce inquietante sull’intera filiera di comando e di funzionamento della struttura Asl. Una situazione a dir poco allarmante che dovrebbe obbligare la direzione generale – oltre che ad esprimere apprezzamenti a chi indaga e a tentare di chiudere le polemiche con qualche comunicato stampa – a prendere i dovuti provvedimenti per evitare il ripetersi di episodi gravissimi anche moralmente dal momento che si gioca con la salute della gente. D’altro canto, non si comprende perché neanche la Regione, da cui la Asl dipende, non si senta in qualche modo in dovere di intervenire per rassicurare con fatti concreti l’opinione pubblica.
L’idea è che la sanità viterbese, sempre più terreno di passerelle politiche e di consenso elettorale, mai fosse caduta così in basso prima di ora.