Prevenire è meglio che curare. Il motto con il quale i dottori ci martellano nel corso di tutta una vita non sembrerebbe applicarsi alle faccende della sanità viterbese. Se è vero che anche stavolta è stato necessario l’intervento della procura e dei carabinieri del Nas per smascherare l’ennesimo caso di assenteismo che vede coinvolti camici bianchi. Medici che invece di lavorare, secondo quanto accertato finora, lasciavano il proprio posto per sbrigare faccende personali o, addirittura, per visitare altri pazienti presso il proprio studio privato.
Tre i dottori denunciati e sospesi. Svolgevano il servizio di guardia medica, ma spesso – questo è quanto viene contestato – arrivavano con molto ritardo in ambulatorio o anticipavano la fine dell’orario di servizio. Quasi due anni fa, sempre per assenteismo, finirono indagate 23 persone tra medici, infermieri e ausiliari dell’unità operativa di Belcolle, al termine di un’attività di indagine che in quel caso era stata eseguita dalla Guardia di Finanza.
E’ vero – come si legge nel comunicato diramato dalla direzione strategica della Asl subito dopo le denunce – , è proprio l’azienda la prima vittima di queste condotte, contro le quali, si legge sempre nel comunicato, la Asl ha offerto e continuerà a offrire ai carabinieri la massima collaborazione. E questo è importante sottolinearlo.
Ma proprio per questo si resta sorpresi – è lo stato d’animo che si registrava in città dopo la notizia – di come illeciti talmente eclatanti come quelli di cui si parla, sempre che siano confermati fino al terzo grado di giudizio, possano passare inosservati. Non esistono controlli interni? Come vengono eseguiti? Visto che questi episodi continuano a ripetersi nel tempo, non sarebbe il caso di migliorare i protocolli?
Siamo ancora in una fase iniziale della vicenda, e non è escluso che la segnalazione di eventuali comportamenti sospetti sia partita proprio dall’interno della Asl, ma al di là di questo aspetto il semplice cittadino resta sempre con una sensazione di rabbia e stupore davanti a questi fatti.
Più ancora suscitano motivo di riflessione le dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, anche lui tra i primi a congratularsi con i carabinieri. Viene da chiedersi invece: la Regione, che per esempio è così puntigliosa nei controlli presso le cliniche private convenzionate (s’è conclusa da poco davanti al Tar la disputa contro Villa Immacolata per una maxi multa per cartelle ritenute non congrue), come può invece essere meno efficace di fronte a condotte tanto gravi nelle strutture pubbliche?