
E’ la terza di un filotto di proposte che sarebbero in grado, secondo Gianmaria Santucci, di rilanciare il centro storico, ma che nell’ordine hanno raccolto critiche – l’idea di riaprire i varchi della Ztl in via San Lorenzo, mentre in tutte le altre città si applicano norme sulla viabilità più stringenti – e commenti ironici. Come per quella di istituire una tassa di ingresso al cuore della città per i turisti. “Dovremmo essere noi invece a pagare i turisti per venire a Viterbo”, commentavano ieri tra il sarcastico e l’amaro sulla rete alcuni cittadini.
Ora invece si parla di commercio. In particolare della possibilità, sempre secondo il consigliere di Fondazione, di riconvertire i garage e le cantine delle antiche piazze in botteghe artigiane, con il Comune che agevoli il cambio di destinazione d’uso di questi immobili.
Un’idea che evidentemente non è piaciuta neanche all’assessore alle attività produttive, Alessia Mancini, che di Santucci è anche la compagna. Per dire.
La Mancini ha partecipato giovedì all’evento dedicato a Valle Faul agli artigiani digitali, con tanti ragazzi e aziende innovative della provincia. Quale migliore occasione per presentare ai partecipanti questo progetto di botteghe nelle cantine? D’altronde anche Steve Jobs aveva cominciato da un garage.
Invece l’assessora se ne è guardata bene dal provarci. Piuttosto, con il suo messaggio, ha quasi esortato i giovani a scappare da Viterbo, come quel ragazzo in fuga da Spinaceto, che non sarebbe tornato mai più: “Voglio portarvi come testimonianza l’esempio concreto di un mio caro amico – ha detto l’assessora rivolgendosi ai presenti – partendo proprio da qui, dallo spazio attivo di Lazio Innova, ora gira per il mondo con il lavoro che ha sviluppato da un’idea innovativa”.
Stay hungry, stay foolish, ma lontano dalla città dei papi, altro che scantinato in piazza San Carluccio. Che poi con tutti i negozi rimasti vuoti in centro, c’è proprio bisogno di svuotare le cantine per aprirne di nuovi?