Da notizie.tiscali.it proponiamo un’interessante intervista al professor Aldo Giannuli firmata da Guido Ruotolo.
Aldo Giannuli, storico, profondo conoscitore delle pagine più oscure della Prima Repubblica, della strategia della tensione degli anni Settanta e Ottanta, ha conosciuto molto da vicino il mondo, i protagonisti dei Cinque Stelle. Simpatizzante, ha avuto lunghe frequentazioni con i vari Casaleggio, Grillo e Di Maio. Poi, proprio quando il movimento stava per coronare i suoi sogni Giannuli è sceso dal carro dei vincitori.
Perché, professore?
E i Cinque Stelle di Luigi di Maio?
E’ il movimento del capo, occupato a conquistare le caselle del potere. Sfrutta la retorica del cambiamento ma in realtà è povero di idee.
I Cinque Stelle di Casaleggio e di Di Maio. Ci siamo dimenticati Beppe Grillo?
Beppe Grillo è sempre stato l’uomo immagine del movimento di Roberto Casaleggio. Molto generoso, Grillo. Nel movimento di Di Maio uno come lui non ha molto spazio dal momento che oggi la preoccupazione principale sono gli organigrammi. Che Grillo sia stato costretto a lanciare un suo nuovo sito vorrà pure dire qualcosa.
Intanto, un suo giudizio su questi primi mesi di governo. Non sembra regnare una diarchia Di Maio-Salvini. Apparendo il primo subalterno al secondo. Insomma, politicamente questo è il governo della Lega di Matteo Salvini o di Luigi Di Maio?
Questo governo è un matrimonio di interessi il cui fine ultimo è l’occupazione del potere. Non c’è una reale convergenza, una scelta di fondo comune: il “contratto” è solo una sommatoria di proposte. Non credo che Lega e Cinque Stelle avranno ancora molta strada da percorrere insieme.
Parliamo della manovra. Lo sforamento del deficit al 2.4%. Lo spread, l’Europa che protesta e Salvini che mussolinianamente risponde con “e chi se ne frega”. Tutti segnali di una profonda crisi. L’Italia sembra in rotta di collisione con l’Europa, le banche, i poteri forti. Ma non era quello che anche una certa sinistra ha sognato per decenni?
Quei sogni erano ben altro rispetto alla confusione di oggi. Il disavanzo al 2.4% non è una bestemmia in sé. Il problema è come spendi quelle risorse se per investimenti per rimettere in moto l’economia o se per buttare i soldi dalla finestra.
I Cinque Stelle hanno frantumato il tabù delle compatibilità economiche? Dei tetti imposti dall’Europa?
La Lega vuole davvero sfasciare l’Europa, convergendo in questo con Putin. I Cinque Stelle invece portano avanti la politica del colpo al cerchio e quello alla botte. Ma non hanno nessuna idea. Quando Di Maio parla di contrapposizione con i poteri forti fa solo retorica. È opportunista. D’altra parte la Confindustria, uno dei “poteri forti” per antonomasia, oggi si riconosce nella Lega. Vorrei sfatare il tabù del reddito di cittadinanza. Intanto è una idea di destra lanciata da un guru della destra, Milton Friedman. La proposta tratta allo stesso modo bisogni diversi.
E sull’immigrazione perché i Cinque Stelle non hanno mai detto qualcosa di sinistra?
Il gruppo dirigente ha una posizione ambigua. Quando fu consultata una delle rare volte, la base si espresse a maggioranza per lo ius soli. Ricordo però che sul tema della immigrazione Roberto Casaleggio aveva una idea etnica del legame di sangue. Insomma era contro il meticciato. Il retropensiero della posizione ambigua di oggi sulla immigrazione che sconfina nel razzismo è solo quello della speranza di raccogliere così i voti della destra.
Da vicino, come spiega che una società privata, la Casaleggio associati, controlli il partito, ne sia il cervello e il cuore pulsante? Non c’è un conflitto di interessi?
Dissento da questa interpretazione. La Casaleggio associati non controlla il partito. Per Roberto (Casaleggio, ndr) doveva essere lo strumento che consentiva di tradurre gli orientamenti della rete in linea politica che i portavoce dovevano esprimere. Oggi la linea la danno i gruppi parlamentari e la base non viene quasi mai interpellata. Oggi Luigi Di Maio è il capo indiscusso del movimento.
Lei li conosce molto bene. In poche battute quali sono i profili dei vari Roberto Casaleggio, Casaleggio jn, Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Roberto Fico?
Beppe Grillo è molto generoso. Si è speso tanto, rimettendoci. Non è un leader politico ma solo un formidabile comunicatore.
E l’ideologo Roberto Casaleggio?
Roberto Casaleggio era geniale e insieme intellettualmente onesto. Per lui non contava il principio della coerenza, cavalcava l’innovazione. Una idea nuova lo affascinava.
Il figlio, Davide?
E’ un ragazzo molto intelligente, bravo. È diverso dal padre, più concreto, pragmatico. Pensa più da imprenditore che da politico.
Luigi Di Maio?
E’ un giovanotto di Pomigliano che a 27 anni si è ritrovato vicepresidente della Camera. Molto abile nella mediazione, il suo pensiero politico non esiste.
E dell’unico che sembra avere un autonomo pensiero, Il presidente della Camera Roberto Fico?
E’ il più problematico che avverte i mutamenti del movimento. E’ in sofferenza ma non è pronto ad affrontare un aspro chiarimento politico.
Stavamo per dimenticare Alessandro Di Battista.
E’ il leader di piazza. Bravo. Simile in questo a Beppe Grillo. Ma credo che la politica istituzionale lo annoi.