Secondo Matteo Salvini, che l’ha proposto e fatto varare lunedì dal Consiglio dei ministri, il decreto legge immigrazione e sicurezza dovrebbe garantire un più alto livello di tranquillità nel Paese, ma in realtà ciò che balza agli occhi è la quasi totale soppressione della protezione umanitaria, ossia quella particolare tutela riconosciuta dalla legge, tramite un permesso di soggiorno di 2 anni, ai cittadini stranieri che non hanno i requisiti per l’ottenimento della protezione internazionale e che allo stesso tempo non possono neanche essere rimpatriati per motivi umanitari o derivanti da obblighi internazionali o costituzionali.
In altri termini, questo permesso viene adesso sostituito da permessi speciali per motivi di salute, violenza domestica, calamità nel Paese d’origine, cure mediche ed atti di particolare valore civile. Nessun cenno invece – ed è questo il punto centrale alla base delle polemiche che stanno sollevando le associazioni umanitarie, Caritas in testa – alla povertà, il che comporta che chi arriverà in Italia in fuga dalla fame e della carestia non riceverà più alcuna forma di salvaguardia.
Insomma, si inasprisce la guerra ai poveri e onestamente non si comprende come possa essere negata un’assistenza anche minima a chi non ha di che sfamarsi o vestirsi. Né si riesce a concepire, se non nell’ottica di un cinismo senza precedenti coltivato in spregio a quei valori cristiani e cattolici di cui la destra salviniana si riempie comunque la bocca, come un Paese moderno possa venir meno così platealmente a basilari principi umanitari. Oltretutto – ci si chiede – senza una politica internazionale seria (che Salvini non sta facendo), senza la collaborazione cioè dei Paesi da cui la gente scappa per sfuggire dalle carestie (collaborazione che si può ottenere solo sottoscrivendo patti ed accordi), come farà il governo a rispedire indietro questa tipologia di disperati? Li carica sugli aerei e li fa paracadutare in mare?
Siamo dunque arrivati davvero al declino della ragione e alla morte del sentimento della pietà, perché se è giusto inasprire le misure per contrastare chi viene in Italia per delinquere (cosa peraltro già fatta dal precedente governo e dal ministro Marco Minniti), da questo decreto risulta che alla fine ad essere colpiti saranno soprattutto i poveri cristi. Come al solito ci si accanisce contro i più deboli perché è più facile e questo non è accettabile. Senza considerare che, in un clima internazionale in cui ogni Paese se ne infischia degli altri, è facile che si inneschi presto un effetto domino in base al quale domani le vittime, con la stessa logica, potrebbero diventare gli italiani: basti pensare a chi in Germania sta proponendo di rispedire a casa tutti quelli che non hanno un regolare lavoro, fenomeno all’interno del quale – forse Salvini non lo sa o fa finta di non saperlo perché in questo momento gli conviene cavalcare il populismo più becero – vanno ricomprese tutte le migliaia e migliaia di giovani che lasciano il nostro Paese alla ricerca di fortuna all’estero.