FESTA DI SANTA ROSA, TRA RELIGIONE E POLITICA: questo il titolo di un servizio andato in onda stamattina su Rai 3, nel corso della trasmissione Agorà, che ha scatenato la sollevazione di un sacco di gente (compreso qualche giornalista o presunto tale). A far surriscaldare gli animi dei viterbesi, che hanno cominciato ad insultare gli autori del programma sui social, è stato il sovra titolo SAGA DI PAESE.
Nel giro di pochi minuti tutta l'”intellighenzia” viterbese è scesa sul piede di guerra: “Basta: Viterbo non può essere trattata così”; “Fai tanto per promuovere l’immagine della città e poi ti fanno questi danni che non riparerai più”. E ancora: “Rai 3 si sapeva che è fatta così. I soliti comunisti, non andavano fatti entrare”; “E invece no: non solo li hanno fatti entrare, ma addirittura le loro telecamere sono state ammesse nel primo cordone vicino ai facchini: assurdo”; “Tutta colpa del Comune, adesso devono farsi sentire”.
Peccato però che SAGA DI PAESE (dove Paese sta per Italia e saga è tutt’altra cosa di sagra) non fosse riferito a Viterbo: si tratta infatti del titolo della rubrica – che va in onda all’interno di Agorà quasi tutti i giorni – a cui era stato riferito il servizio sulla festa di Santa Rosa. A ripristinare la verità dei fatti ci ha pensato, con un post indirizzato a Lucio Matteucci di Viterbo Civica, Lillo Di Mauro, intellettuale e candidato a sindaco di Sutri alle scorse elezioni quando è stato sconfitto da Sgarbi: “Lucio, saga significa narrazione delle vicende storiche di un popolo. Non sminuisce, anzi esalta. La sagra invece è la festa popolare”. Alcuni leoni da tastiera dopo questa precisazione si sono precipitati a rimuovere i post contro Agorà, sebbene, per quanto riguarda Matteucci, la stizza ha fatto notare il diretto interessato, controreplicando a Di Mauro, non era tanto per quella parola quanto per la struttura generale del servizio, da cui sarebbe emersa un’immagine non proprio esaltante di Viterbo.
Cosa aggiungere… nulla… Evviva Santa Rosa.