• Facebook
  • Twitter
  • Google+
  • YouTube
Il Viterbese
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
Il Viterbese
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
Home » Italia » Populisti e sovranisti, l’asse del male antieuropeo

Populisti e sovranisti, l’asse del male antieuropeo

30 Luglio 2018

Ecco un intervento di Giuseppe Fioroni, pubblicato ieri mattina su HuffingtonPost

Combattere il populismo, specie se congiunto alla percepita incontrollabilità dell’immigrazione, significa adottare tecniche sofisticate di lotta e comunicazione pubblica. C’è chi suggerisce di temporeggiare, evitando ad esempio di inseguire Salvini sul suo stesso terreno politico. Il rischio è che però, rimanendo muta, l’opposizione finisca per apparire ininfluente o peggio corriva con le posizioni oltranziste del leader della Lega. Un conto è capire le ragioni del disagio che genera sentimenti di xenofobia, altro è giustificare indirettamente, al seguito del motto “prima gli italiani”, l’esplosione di questi sentimenti. Bisogna fissare una linea di demarcazione, ben sapendo che si tratta del primo atto di contrasto nei riguardi della piaga etno-populista.

Ad oggi, in Europa, la posizione più coraggiosa sul tema dell’immigrazione è stata quella elaborata ed espressa da Angela Merkel. Minniti, a confronto, è stato meno aperto, sicuramente per il peso in Italia di una pubblica opinione surriscaldata e iper-reattiva a causa della dura propaganda della Lega. Ciò spinge, di conseguenza, a valutare con tutto il rispetto necessario l’enorme sforzo di equilibrio della longeva cancelliera tedesca.

La bestia del nazionalismo, cambiando solo pelle, torna a rialzare la testa nel Vecchio Continente. Come un secolo fa le tensioni maggiori, armate di razzismo, si manifestano lungo l’asse tra Vienna Monaco (con la propaggine ungherese). Qui i due partiti di tradizione cristiano-sociale, l’ÖVP del giovane Kurz e la CSU di Seehofer e Söder, si sono spostati a destra con l’obiettivo di recuperare il voto di protesta. Così facendo, Kurz ha vinto nelle ultime elezioni federali, per poi formare un’alleanza di governo, sotto la sua direzione, con la destra radicale del Partito della Libertà (FPÖ). A ottobre la CSU conta di vincere a sua volta, puntando a riguadagnare la maggioranza assoluta nel Parlamento del land bavarese. In entrambi i casi una medesima politica di mimetizzazione, con il centro radicalizzato a destra, mette a dura prova la fedeltà a una certa tradizione moderata dei Partiti Popolari dell’area austro-germanica.

Contro questa pericolosa involuzione, destinata se non corretta a squilibrare l’esperienza del popolarismo mitteleuropeo, decisamente più conservatore di quello italiano, si è levata la voce del Card. Marx, vescovo di Monaco e presidente della Conferenza episcopale tedesca. Mesi or sono aveva contestato la scelta del Presidente della Baviera, il già citato Söder, diretta a imporre l’esposizione del Crocefisso nei locali pubblici. Un monito, il suo, contro l’uso strumentale dei segni religiosi, che avrebbe motivo di attagliarsi alle scorribande comiziesche a base di rosari e Vangelo cui abbiamo dovuto assistere in Italia.

Punto fermo è che nazionalismo e razzismo, secondo il Cardinale, non sono in sintonia con il messaggio della Chiesa: “L’Europa non deve diventare una fortezza, questa è sempre stata la nostra convinzione”. Poi l’alto prelato ha voluto aggiungere: “La penso come Jean Monnet: l’Europa dovrebbe essere un contributo per un mondo migliore. Creativo, aperto e curioso”. Non sono parole, queste, che possono valere solo per le coscienze dei credenti bavaresi e tedeschi (e per vicinanza austriaci). Le dobbiamo assumere e metabolizzare anche noi italiani, visto per altro che la Chiesa, con i ripetuti interventi del Card. Bassetti, ha stigmatizzato l’atteggiamento oltranzista e violento, in fondo disumano, che sulla questione dei migranti caratterizza la linea del governo a trazione leghista.

Dunque, un conto è discutere sulla razionalizzazione dei flussi immigratori, altro è speculare sulla paura di una ipotetica invasione dall’Africa. Un’Europa aperta non vuol dire una civiltà in procinto di suicidarsi. Occorre proporre una “politica realista”, ragionando sugli equilibri da rispettare, ma senza ignorare l’apporto prezioso dei migranti al futuro delle nostre economie nazionali. L’asse del male, rappresentato dall’unione di sovranisti e populisti, condanna al declino l’Europa che i Padri fondatori hanno pensato prospera e dinamica, come in fondo è stato nel corso di questi 60 anni, con la crescita e l’ampliamento della Casa comune europea. Di questo dobbiamo essere fieri, consapevoli che l’alternativa, quando trascolora nel grigiore della paura e della chiusura, costituisce il vero pericolo per lo sviluppo dell’Europa e il benessere dei suoi cinquecento milioni di cittadini.

Giuseppe Fioroni

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...
« Previous Post
Next Post »
Articoli recenti
  • L’Europa di De Gasperi, il futuro dell’Europa (video)
  • Fioroni sul 25 aprile: “De Gasperi istituì una festa di unità”
  • L’interesse di partito non può prevaricare la libertà di coscienza
  • L’intervento di Giuseppe Fioroni al convegno “L’appello di Sturzo, tra progressisti e conservatori”.
  • Fioroni: “Costruire la fratellanza per sperare in un futuro migliore”
  • Il 18 dicembre incontro del Centro Studi Aldo Moro: “Osare la Pace, vivere la Fratellanza”
  • Morte di Nando Gigli, Fioroni: “Un amico che sapeva investire nei giovani”
  • Calenda e Renzi, l’imperativo dell’unità in vista delle elezioni europee
  • Fioroni fa il pontiere al centro e lancia la formazione Tempi Nuovi
  • Autonomie, unità, transizione. Le conclusioni di Fioroni all’incontro di Tempi nuovi (video-2)
  • Autonomie, unità, transizione. L’intervento di Fioroni all’incontro di Tempi Nuovi (video-1)
  • Napolitano, uomo delle istituzioni e autorevole interprete del rinnovamento della sinistra
  • Camaldoli porta allo scoperto l’esigenza di una nuova politica d’ispirazione cristiana
  • La sinistra sceglie Cappato, anche per questo i popolari devono tornare uniti
  • A Roma il convegno di Tempi Nuovi: Autonomia, Unità, Transizione
  • Fioroni al dibattito “Palla al Centro” promosso da Italia Viva
  • Morte Moscatelli, Fioroni: “È stato maestro di vita”
  • Francesco Verderami a colloquio con Giuseppe Fioroni, “Tempi nuovi per l’Europa, nel segno di De Gasperi”
  • Il ritorno in campo dei Popolari: “Noi, catalizzatori di questo ceto medio disarticolato”
  • Fioroni punta alle Europee con il nuovo centro. I “Popolari uniti” corteggiano FI, Calenda, Renzi e Moratti
Menù
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
Meteo

booked.net

Contatti

www.ilviterbese.it

Redazione | Contatti

info@ilviterbese.it

redazione.ilviterbese@gmail.com

GALLERY
L’Europa di De Gasperi, il futuro dell’Europa (video)
Fioroni sul 25 aprile: “De Gasperi istituì una festa di unità”
L’interesse di partito non può prevaricare la libertà di coscienza
Editore: Centro Studi Aldo Moro C. F. 90122270565
Registrazione Tribunale di Viterbo n. 1 del 5 Giugno 2018 | Copyright © 2018 - Il Viterbese.it - All rights reserved
Scroll to top
Skip to content
%d
    Open toolbar Accessibilità

    Accessibilità

    • Aumenta TestoAumenta Testo
    • Diminuisci TestoDiminuisci Testo
    • Scala di GrigioScala di Grigio
    • Più ContrastoPiù Contrasto
    • NegativoNegativo
    • Sfondo BiancoSfondo Bianco
    • Evidenzia LinkEvidenzia Link
    • Testo LegibileTesto Legibile
    • Reset Reset
    Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok