I rapporti con i partiti e con alcuni politici in particolare: dal consulente del Comune di Roma Luca Lanzalone (uomo dei Cinque stelle) all’ex assessore regionale Michele Civita, uomo di Zingaretti, fino ad arrivare all’ex vicepresidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi di Forza Italia. Si è parlato di questo, oltre ai finanziamenti ad alcune fondazioni, nell’ultimo interrogatorio dell’imprenditore Luca Parnasi arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla costruzione del nuovo stadio della Roma. I pm, assistiti dai carabinieri del nucleo investigativo, hanno chiesto conto al costruttore anche dei rapporti con il Mibact.
L’interrogatorio è durato più di quattro ore ed era stato chiesto dallo stesso Parnasi dopo che, al termine del precedente, gli era stata negata la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare, in quanto, secondo il gip, non aveva detto tutta la verità. In quell’occasione, le sue ammissioni, ritenute parziali, avevano convinto i pm a dare parere favorevole ai domiciliari, ma non avevano soddisfatto il giudice Maria Paola Tomaselli, che aveva rigettato la richiesta sostenendo che Parnasi non aveva collaborato a sufficienza. Ed è stato proprio dal no del magistrato che è partito quest’ultimo interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Barbara Zuin. I magistrati hanno chiesto una serie di chiarimenti sui rilievi mossi dal giudice. Precisazioni e maggiori dettagli, come riporta la Repubblica.
Ora, alla luce di questo nuovo incontro, la valutazione del giudice potrebbe cambiare. Possibile che arrivi una nuova richiesta di scarcerazione dalla difesa dell’imprenditore che è parecchio provato dalla detenzione. L’interrogatorio stavolta non si è svolto a Rebibbia, ma in Procura. Parnasi avrebbe spiegato in particolare quali fossero gli accordi con l’avvocato plenipotenziario del Comune, che sarebbe riuscito a far cambiare la rotta della giunta Raggi sul progetto Tor di Valle. Poi sarebbe passato a parlare degli altri politici. Quattro ore non sono tante e non si sa se siano bastate a fornire nuovi elementi.
Parnasi, che come si ricorderà ha interessi anche in provincia di Viterbo, ha spiegato ancora una volta come fosse la politica a chiedere i contributi economici durante le campagne elettorali e come, a fronte di un progetto sul quale aveva puntato tutto, avesse deciso di trovare sponde nelle amministrazioni che avrebbero dovuto dare parere o approvare l’impianto sportivo. Del resto era stato lo stesso imprenditore a sostenere in un’intercettazione che l’importante era “potere alzare il telefono”, quando fosse necessario.