Nuovo interrogatorio ieri pomeriggio per l’imprenditore romano Luca Parnasi, nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma a Tor di Valle. L’interrogatorio è durato poco più di tre ore e a chiederlo erano stati i legali del costruttore, gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini. Parnasi, arrestato il 13 giugno scorso, avrebbe fornito ai magistrati ulteriori elementi per il prosieguo dell’inchiesta che sta terremotando una parte del mondo politico, romano e non.
Il costruttore è accusato infatti dalla procura di Roma di essere promotore e organizzatore di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di politici e amministratori pubblici. Il nuovo interrogatorio è stato sollecitato ieri dopo il no della Cassazione all’ istanza con cui i difensori di Parnasi chiedevano l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. Per uscire dal carcere però, Parnasi, dovrà raccontare più di quanto fatto nel precedente interrogatorio quando si era limitato ad ammettere parzialmente le accuse riportate nell’ordinanza. Il gip di Roma, Maria Paola Tomaselli, il 6 luglio scorso aveva, infatti, respinto l’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Parnasi. Alla base, oltre alla scarsa collaborazione, anche la mancanza di pentimento. Circostanza per la quale «può esservi pericolo di recidiva e di inquinamento probatorio”.
L’inchiesta, ricordiamo, ha visto coinvolto anche l’ex assessore regionale Michele Civita, vicinissimo a Zingaretti, che avrebbe chiesto a Parnasi l’assunzione del proprio figlio in una delle sue società. A Civita nei giorni scorsi sono stati revocati gli arresti domiciliari ma per lui resta l’obbligo di firma.
Gli unici elementi forniti da Parnasi, nel precedente atto istruttorio, sono stati quelli sull’ex presidente di Acea e uomo forte del Movimento 5 Stelle, Luca Alfredo Lanzalone. Elementi però, giudicati dal gip, non fondamentali perché il costruttore ha «semplicemente confermato quanto già era emerso nell’ordinanza e quanto affermato da altri testimoni» come la sindaca di Roma, Virginia Raggi; il dg del Comune, Franco Giampaoletti; il Dg della Roma, Mauro Baldissoni; e l’ex braccio destro dello stesso Parnasi, Luca Caporilli. Non solo. Secondo lo stesso gip: «Parnasi ha ammesso quanto già provato riguardo l’illecito finanziamento effettuato in favore del Partito democratico, attraverso la fondazione Eyu per l’importo di 150 mila euro e analoghe modalità di finanziamento alla Lega senza fornire alcuna precisa e circostanziata informazione in merito».