Termineranno a settembre gli ammortizzatori sociali previsti dal contratto di solidarietà alla Unopiù. E finora nessuna schiarita sul futuro dei lavoratori, 140 in totale, della storica azienda di arredi da esterni di Soriano nel Cimino.
La preoccupazione dei sindacati è che l’azienda per errori e scelte aziendali sbagliate, in assenza di soluzioni alternative, possa procedere ora all’ennesimo taglio del personale: “Ricordiamo che oggi sono impiegati più di 140 lavoratori senza contare l’indotto generato – affermano Aldo Pascucci della Fisascat Cisl, Donatella Ayala della Filcmams Cgil ed Elvira Fatigaanti della Uiltucs Uil -.
E’ già stato intrapreso un percorso di confronto con la Unopiù ma, non avendo avuto risposte concrete sul nuovo assetto organizzativo, siamo stati costretti a richiedere l’intervento del prefetto”.
Nei giorni scorsi c’è stato un incontro in Regione, richiesto dalle strutture confederali territoriali e regionali, per verificare la possibilità di inserire la Tuscia tra le aree di crisi complessa ma l’assessore competente ha detto che l’iter è complicato e di difficile realizzazione.
“In quella sede – continuano i sindacati – abbiamo con forza sottolineato all’assessore al lavoro che la Unopiù, per il nostro territorio, è un’azienda strategica e di fondamentale importanza. In attesa delle verifiche da parte dell’assessorato su tali richieste, dobbiamo denunciare la totale indifferenza della politica; pertanto, auspichiamo una presa di posizione, non solo del sindaco di Soriano, che è consapevole dell’importanza di questa battaglia, ma di tutti i parlamentari eletti nella nostra provincia, del presidente della Provincia e dei sindaci interessati”.
Cgil, Cisl e Uil ricordano, a tal proposito, che pezzi di storia industriale, commerciale e turistica del Viterbese hanno chiuso impoverendo il territorio dal punto di vista economico, sociale e professionale.
“La Unopiù è una delle poche realtà che fanno parte della storia industriale della provincia, non possiamo permettere che si aggiunga alla lista delle aziende non più operative – concludono Pascucci, Ayala e Fatiganti -. Non possiamo permettere che altri lavoratori siano lasciati a casa; i sindacati sono vicini a tutti loro e lavoreranno con il massimo impegno per trovare una soluzione che salvaguardi il loro posto di lavoro. Ovviamente ci si aspetta dalla politica e dalle istituzioni lo stesso obiettivo: il lavoro e la sua salvaguardia deve tornare al centro della loro agenda”.