“Per tutto l’anno 2017 erogata ancora acqua non potabile alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione. Si conferma la necessità di abbandonare subito la captazione di acqua dal lago di Vico per tutelare la salute delle persone”.
L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde ( International society of doctors for the environment) ha inviato alle competenti Istituzioni una richiesta di intervento per la cessazione immediata della captazione delle acque dal lago di Vico e per una erogazione alternativa di acqua potabile per la tutela della salute delle popolazioni di Caprarola e Ronciglione.
L’Isde di Viterbo, dopo un attenta disamina della documentazione ricevuta dalla Asl di Viterbo e in relazione anche ai giudizi sulla qualità delle acque, emessi dal Dipartimento di prevenzione, fa rilevare che anche per tutto l’anno 2017 è stata erogata acqua non potabile dagli acquedotti di Caprarola e Ronciglione.
“Dall’esito di diversi esami si rileva infatti presenza nelle acque erogate di milioni di cellule/litro di Fitoplancton e Cianoficee in particolare del cianobatterio Panktothrix rubescen, detto comunemente alga rossa – si legge in una nota -. Si evidenziano inoltre frequenti superamenti dei valori di parametro per arsenico, fluoro, nickel e boro e, in diverse circostanze, si riscontra anche la presenza di batteri coliformi e di colonie di enterococchi.
E’ del tutto evidente quindi il persistere ormai ultradecennale dell’inadeguatezza e delle criticità dei sistemi di potabilizzazione dei due acquedotti comunali e le ragioni che hanno imposto il mantenimento delle ordinanze di non potabilità delle acque per uso umano nei due Comuni, né risultano essere una valida soluzione, sempre per alcune gravi criticità riscontrate nella loro gestione, le cosiddette casette dell’acqua posizionate a Ronciglione”.
L’Isde di Viterbo ribadisce ancora una volta che, come sancito dal principio di precauzione e in ossequio all’articolo 32 della Costituzione, il diritto alla salute e quindi il diritto all’approvvigionamento ad acque salubri e pulite, deve prevalere su ogni altro diritto privatistico e d’impresa e su ogni altro tipo di interesse.
L’Isde di Viterbo ripropone quindi gli interventi necessari ed urgenti per avviare il risanamento dell’ecosistema del lago di Vico e tutelare la salute delle persone e in particolare dei bambini: cessazione della captazione di acqua dal lago di Vico e contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico; avvio in tempi rapidi di una drastica riduzione, fino alla completa abolizione, dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole in essa presenti; costante controllo e periodica verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimità del lago;
bonifica definitiva ed effettiva del deposito militare Nbc di Ronciglione; intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno e in prossimità della Riserva regionale del lago di Vico”.
E ancora: immediata installazione di impianti pilota per lo studio di una potabilizzazione extralacustre veramente efficace delle acque in relazione alle loro criticità e ricerca di nuove falde di captazione; costante monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre; biomonitoraggio per contaminazione da sostanze inquinanti della fauna lacustre, della flora lacustre e in particolare per le piante di nocciolo coltivate in prossimità del lago; informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione;
inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini; screening gratuiti per le popolazioni esposte al cosiddetto “effetto cocktail” determinato dall’esposizione contemporanea a più cancerogeni e sostanze tossiche presenti nelle acque del lago, anche se entro i limiti di legge, in particolare: cianobatteri, microcistine algali, arsenico, metalli pesanti e pesticidi.