Adesso tocca a loro usare gli estintori. Tocca a Mauro Rotelli, a Francesco Battistoni e a Umberto Fusco, non proprio tre pompieri, spegnere l’incendio acceso ieri mattina dal sindaco Giovanni Arena con la proposta unilaterale (cioè della sola Forza Italia) di una giunta a sette per mettere fine all’estenuante gioco dell’oca iniziato all’indomani del ballottaggio. Quella di ieri, dopo l’accelerazione della mattinata, con i decreti pronti nell’ufficio del sindaco per essere firmati dai magnifici (si fa per dire) sette, è stata un’altra giornata vissuta pericolosamente da Arena e trascorsa inutilmente. Il sindaco ormai non risponde più nemmeno al telefono, anche perché ha esaurito il repertorio delle frasi di circostanza: “ci siamo quasi”, “siamo vicini”, “forse si chiude”, “è quasi fatta”.
Per il momento siamo quasi vicini alla dissoluzione di una maggioranza nata sotto i pessimi auspici di una tribolata candidatura a sindaco e cresciuta peggio dopo la vittoria al secondo turno. A sentire i commenti di alcuni esponenti della coalizione, ieri mattina sembrava che una maggioranza non ci fosse nemmeno più. Umberto Fusco, in risposta all’atto di Forza (Italia), aveva risposto convocando una conferenza stampa pomeridiana. Con la giunta a sette e la presidenza del consiglio ai Fratelli d’Italia, il senatùr dovrebbe rinunciare alla poltrona per il suo protetto Stefano Evangelista. Quando i giornalisti già pregustavano gli schizzi di sangue, la conferenza è stata annullata. Ufficialmente per improvvisi impegni di Fusco, di fatto perché il leader della Lega aspetta il vertice con Rotelli e Battistoni. Vertice che, tornato il deputato di Fratelli d’Italia dalla vacanza greca, dovrebbe svolgersi non più tardi di stamattina, salvo nuovi rinvii.
In casa Fondazione, intanto, non ci stanno ad essere additati per quelli che, dal basso del 4% conquistato al primo turno, tengono in ostaggio la maggioranza: “Io stamattina (ieri, ndr) in Comune ci sono andato ma da solo non potevo certo firmare il decreto di nomina”, dice il probabile assessore allo sviluppo economico Paolo Barbieri, secondo cui gli alleati starebbero tentando di scaricare sui civici i problemi al loro interno.
Da parte loro, i Fratelli d’Italia tengono fermo il punto: sono anche disposti a lasciare a Forza Italia due deleghe pesanti come i lavori pubblici (al battistoniano Micci) e i servizi sociali (alla mariniana Sberna), purché la giunta sia a nove e a loro tocchino tre assessori più la presidenza del consiglio (per Paolo Bianchini). Auguri.