“Con Zingaretti si torna all’antico, sebbene con un vocabolario aggiornato. Si torna, volere o volare, ai fasti – se tali erano – della segreteria Bersani. E quindi si torna, con un peso elettorale ridotto e una tensione morale assai più modesta, a celebrare il mito di una sinistra autosufficiente, quand’anche nelle intenzioni si voglia declinare come sinistra aperta e inclusiva”. Lo ha scritto nei giorni scorsi in merito alla candidatura del presidente della Regione Lazio alla segreteria nazionale del Pd, il nostro Ugolino Conte, chiedendosi a chi interessa davvero “questo ritorno a Itaca” dell’Ulisse Zingaretti.
Al governatore del Lazio, a questo proposito, dedichiamo questa celebre canzone di Lucio Dalla, suggerendogli di ascoltarne bene le parole. Per facilitargli il compito, impegnato com’è tra gli impegni in Regione e quelli al Nazareno in vista della scalata, gli trascriviamo anche il testo.
Buon ascolto e buona lettura, presidente.
Capitano che hai negli occhi
il tuo nobile destino
pensi mai al marinaio
a cui manca pane e vino
capitano che hai trovato
principesse in ogni porto
pensi mai al rematore
che sua moglie crede morto
Itaca, Itaca, Itaca
la mia casa ce l’ho solo là
Itaca, Itaca, Itaca
ed a casa io voglio tornare
dal mare, dal mare, dal mare
capitano le tue colpe
pago anch’io coi giorni miei
mentre il mio più gran peccato
fa sorridere gli dei
e se muori è un re che muore
la tua casa avrà un erede
quando io non torno a casa
entran dentro fame e sete
Itaca, Itaca, Itaca
la mia casa ce l’ho solo là
Itaca, Itaca, Itaca
ed a casa io voglio tornare
dal mare, dal mare, dal mare
capitano che risolvi
con l’astuzia ogni avventura
ti ricordi di un soldato
che ogni volta ha più paura
ma anche la paura in fondo
mi dà sempre un gusto strano
se ci fosse ancora mondo
sono pronto dove andiamo
Itaca, Itaca, Itaca
la mia casa ce l’ho solo là
Itaca, Itaca, Itaca
ed a casa io voglio tornare
dal mare, dal mare, dal mare
Itaca, Itaca, Itaca
la mia casa ce l’ho solo là
Itaca, Itaca, Itaca
ed a casa io voglio tornare…